Almeno 20mila persone, secondo gli organizzatori, hanno partecipato a Roma al corteo de La Destra di Francesco Storace. 200 pullman arrivati da tutta Italia, oltre ai cittadini di Roma e provincia. "Oggi la Destra è tornata", ha detto il responsabile nazionale dell’Organizzazione de La Destra, Roberto Buonasorte.
Una manifestazione contro il governo dei banchieri: durante il corteo slogan anti-Monti. "Monti vaff….", "Monti, massoni, fuori dai coglioni". E poi tanti cori che chiedono elezioni subito.
Cori anche contro il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, e a favore di "Storace sindaco".
Il comizio di Francesco Storace si è tenuto nella piazza della Bocca della Verità. "A differenza di Monti noi amiamo Roma e l’Italia, non Bruxelles e la Germania". Il premier, secondo Storace, "terrorizza" gli italiani con "una gragnuola di tasse" e con "manovre antipopolari" e merita per questo una "denuncia per appropriazione indebita" e il soprannome ironico di "bin Loden" che mescola il nome del soprabito all’inglese con quello del fondatore di Al Qaida.
"Stacca la spina a questo governo": è l’invito di Storace a Silvio Berlusconi. Un invito che ricorda quello di Umberto Bossi: "In questo siamo alleati", aveva dichiarato Storace nei giorni scorsi intervistato da ItaliaChiamaItalia. "Non sorrideremo mai compiacenti alla Merkel e a Sarkozy, noi ripudiamo le cricche che stanno al governo, siamo gli unici ad esprimere solidarieta’ al nostro popolo, al carabinieri sbeffeggiato dai no tav, ai nostri maro’ in India e siamo oggi felici della liberazione di Rossella Urru".
Al sindaco della Capitale: "Voglio fare gli auguri di Alemanno di una bellissima carriera nazionale, ma lasci in pace Roma non ne possiamo più. Ci avevamo creduto, ora basta. Io non so se mi candidero’ sindaco, abbiamo ancora tempo per discutere, vediamo cosa succede. Ma se entro ottobre non avremo delle risposte, allora saranno loro che dovranno rincorrerci…".
Il leader de La Destra ce l’ha anche con Gianfranco Fini: "Ha voluto questa sciagurata avventura del partito unico. La casa di Montecarlo è il patrimonio del partito: tutto questo ci fa schifo! Siate trasparenti e date tutto alla povera gente!". "La diaspora finiana della destra finisce qui".
Storace auspiace una legge elettorale che introduca le preferenze e vieti la ricandidatura a chi siede in Parlamento da 30 anni: "A Fini, Rutelli, Casini, D’Alema, Veltroni e Bersani diciamo che si può fare politica anche ai domiciliari".
Donna Assunta: Qui per Storace, non so di governo Monti Donna Assunta Almirante, vedova del leader storico del Movimento sociale italiano, è seduta sul retro del palco montato sulla piazza antistante la Bocca della verità: "Sono venuta qui per Francesco, lo conosco da quando era ragazzino e gli voglio un sacco di bene", ha detto Donna Assunta intrattenendosi con i giornalisti. "Non sapevo che questa manifestazione fosse contro il governo. Manco so’ che c’è il governo Monti, ho l’impressione che è un po’ assente, io ricordo Berlusconi…".
Grandi coalizioni? "A me le ammucchiate non piacciono mai, dalle ammucchiate nascono tanti partiti e già ne abbiamo troppi. Berlusconi l’ha già smentita. Bisogna fare una sola cosa: una legge elettorale come quella c’era precedentemente perché io ho il dovere di sapere chi voto e oggi siamo in questo degrado perché non sappiamo chi votiamo".
ALEMANNO CHIEDA SCUSA A FAMIGLIA ALMIRANTE Storace e’ tornato, nel suo intervento, sulla vicenda che ha riguardato la figlia di Giorgio Almirante, Giuliana, per la quale Storace aveva chiesto un posto in giunta. "Avevamo sentito sincerita’ da parte di Alemanno quando ci aveva convocati dicendoci che si sarebbe impegnato. A lui dico: non sei stato capace di dedicare una strada a quel grande uomo che fu Giorgio Almirante perche’ ci hai detto che non potevi scontentare la sinistra che, ancora oggi, lo insulta. Ci hai detto, poi, che avresti potuto inserire Giuliana in una societa’ municipalizzata: ti devi vergognare solo di aver potuto pensare di comprare la famiglia Almirante. Vogliamo un altro candidato sindaco, chiedi scusa alla famiglia Almirante", ha ribadito Storace.
DA CORTEO APPELLO A NAPOLITANO, RIPORTA A CASA I MARO’ "Presidente Napolitano salga su quell’aereo e riporti a casa i nostri maro’ ca…". Un gruppo di militanti de La Destra, arrivati in Piazza Bocca della Verita’ insieme al corteo che ha sfilato per le vie delle capitale, prende in prestito la celebre frase rivolta dal comandante della Capitaneria di Porto di Livorno al comandante della Costa Concordia Schettino, per lanciare l’appello al capo dello Stato affinche’ si possa riportare in Patria i due militari italiani fermati dalle autorita’ di Kerala. Non e’ stato il solo appello di questo genere: un enorme striscione di 5 metri per 4, recitava: "liberi i marò".
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