C’è chi lo preferisce lungo, chi macchiato, ristretto, doppio o senza caffeina. Stiamo ovviamente parlando del caffè, una delle bevande più consumate al mondo che in Italia ha trovato un popolo letteralmente innamorato del suo gusto e del suo aroma.
Il suo commercio ha inizio nel Bel Paese già nel sedicesimo secolo, e l’apertura della prima bottega del caffè avviene nel 1683, in piazza San Marco. Col passare del tempo il caffè è diventato parte integrante della cultura del nostro Paese, che importa circa 8 milioni di sacchi l’anno. Il consumo di caffè in Italia è prevalentemente legato all’utilizzo della caffettiera moka in casa e della macchina espresso nei bar, nei ristoranti e nei luoghi di lavoro.
La bevanda, inizialmente consumata solo da ceti sociali medio alti, risultò essere un’ottima alternativa all’alcol, da bere durante incontri di lavoro e di piacere, tra intellettuali, politici e personalità di spicco nei diversi settori.
Questo generale entusiasmo italiano nato intorno al caffè fece si che questo venisse inglobato ben presto tra i prodotti tradizionali, da offrire quale omaggio d’amore e di amicizia (insieme alla cioccolata). Nulla poté fermare la sua diffusione in tutto il Paese, nemmeno la richiesta di scomunica da parte di alcuni sacerdoti che lo consideravano la “bevanda del diavolo”. Una vicenda che tuttavia non ebbe conseguenze, in quanto Papa Clemente VIII, che ricevette la richiesta, lo assaggiò ed estasiato lo proclamò al contrario bevanda cristiana.
Il principale nome legato alla diffusione della bevanda in Europa è stato quello di Prospero Alpini, medico e botanico veneziano che nella sua opera “De Medicina Egyptiorum” (1591) parla per la prima volta delle caratteristiche e delle proprietà di questa pianta.
Oggi, dunque, in Italia – così come nel mondo si consumano enormi quantità di caffè. Ed è tutto grasso che cola per i produttori di questa bevanda. Basta girare sul web per trovare la lista di fornitori di caffè in Italia che riforniscono tutti i bar e le varie attività che preparano la bevanda. Basti pensare che in Italia ci sono circa 800 imprese che producono e lavorano il caffè.
Il Gruppo Lavazza – storica azienda di Torino fondata nel 1895 – è nettamente leader di mercato, con un fatturato 2016 di 1,9 miliardi di euro, di cui più del 60% realizzato all’estero. I dipendenti sono circa 3mila, le vendite avvengono in oltre 90 Paesi in tutto il mondo, e il Gruppo Lavazza ha anche la proprietà dei marchi Carte Noire (Francia), ESP (Francia), Merrild (Danimarca), Kicking Horse Coffee (Canada) e Nims (Italia).
Massimo Zanetti Beverage Group, società fondata a Bologna nel 1973 e oggi quotata in Borsa, ha chiuso il 2016 con un fatturato di 956 milioni di euro. Ha la proprietà di diversi marchi del settore, tra cui il celebre Segafredo Zanetti.
Anche Nestlè, il colosso svizzero, ha in Italia due controllate che operano nel settore del caffè: Nespresso Italia e Nescafè. Nespresso Italia è leader nei comparti capsule e macchine per il caffè, con un fatturato di 270 milioni di euro. Nescafè è un marchio che fa capo a Nestlè Italia, società che fattura 1,3 miliardi di euro, di cui il 30% nel segmento Nescafè e altre bevande calde.