Una ricerca commissionata da Alma, la scuola internazionale di cucina italiana, e sviluppata da Deloitte, presentata oggi a Bologna al centro congressi del parco Fico-Eataly world, parla molto chiaro: la cucina italiana come quota di mercato è la seconda a livello globale (col 13%) dietro solo a quella cinese. E vale ben 209 miliardi di euro.
Dunque la cucina italiana per molti è la più amata al mondo, ma quella cinese è quella che va per la maggiore. Il mercato della ristorazione mondiale nel 2016 ha raggiunto un valore complessivo di 2.210 miliardi di euro, l’Italia e’ il quinto Paese al mondo con una quota del 4% (42 miliardi di euro il volume d’affari generato).
Col 13%, si legge sulla agenzia Dire, la cucina italiana risulta la seconda a livello globale dopo quella cinese (19%) e davanti alla cucina americana (10%), indiana e giapponese (9%), francese (5%) e messicana (2%). Tutte le altre cucine del mondo, dalla thailandese alla vietnamita, dalla spagnola alla greca fino a quella africana, rappresentano nel complesso il 32% del mercato.
“La principale sfida della ristorazione italiana ora e’ adattarsi ai nuovi trend di consumo fuori casa – sostiene Tommaso Nastasi di Deloitte – orientati a una cucina meno codificata, senza perdere quei caratteri distintivi del Made in Italy”.