Caro Direttore,
per rispetto alla Sua rivista on-line, che poche settimane fa mi aveva dedicato un lusinghiero articolo dal titolo: “Per lui niente poltrona, ma Fabio Porta continua il suo impegno per gli italiani nel mondo”, rispondo alle gravi e infamanti offese rivoltemi dal consigliere Cgie Gerardo Pinto.
Sì, perché il consigliere dovrebbe sapere che la politica e l’impegno per gli italiani nel mondo non sono un “lavoro”; sono, almeno nel mio caso, una passione ed un impegno civile, che non hanno bisogno di un mandato parlamentare per essere espletati.
Quanto al mio lavoro, soddisfo la curiosità del consigliere Pinto rispondendogli che – proprio come lui mi invita a fare – ho ripreso a fare esattamente quello che facevo prima della mia elezione, così come dovrebbero fare tutti gli ex parlamentari. Sono tornato ad essere il coordinatore del Patronato Ital-Uil in Brasile, Paese dove vivo dal 1995 e dove ho la mia casa oltre che il mio lavoro.
Quanto alla famiglia, alla mia moglie brasiliana e alle mie due figlie nate a San Paolo, chiederei sommessamente al consigliere di tenerla fuori da questa polemica; solo loro conoscono le difficoltà che derivano dalla distanza e dalle assenze causate dal mio lavoro e dal mio impegno politico.
E a proposito di politica, un paio di considerazioni importanti.
Pinto (CGIE): “Governo vicino al Venezuela, Fabio Porta fa solo propaganda”
Se Pinto avesse seguito come me (e quindi non solo da qualche giorno) la situazione politica in Venezuela e il dramma che vive la nostra grande collettività in quel Paese, saprebbe qualche cosa in più. Per esempio che l’allora Presidente del Consiglio Gentiloni, dichiarò nel 2017: “L’arresto dei leader opposizione è inaccettabile. Italia impegnata contro rischio dittatura e guerra civile”; e che il governo guidato dal PD non riconobbe “l’Assemblea costituente voluta da Maduro”. O che, sempre nel 2017, Matteo Renzi dichiarò: “Ciò che sta accadendo in Venezuela continua a essere ignorato da larga parte della comunità internazionale. Lo so, siamo ad agosto, abbiamo tutti voglia di staccare e abbiamo ragione. Ma quel popolo che muore di violenza e di fame non può essere abbandonato”.
Non voglio dilungarmi in questa sede, anche perché i Vostri lettori e gli italiani del Venezuela lo ricordano benissimo, sulle mie decine di visite in Venezuela (compresa una organizzata a nome del Comitato italiani nel mondo con la partecipazione di tutti gli eletti in Sudamerica); sull’impegno e sulla soluzione del problema delle pensioni italiane in Venezuela; o sui 2 milioni stanziati a favore dei consolati in Venezuela, come anche sul salvataggio del consolato di Maracaibo dalla lista dei tagli ai consolati prevista dai precedenti governi.
Queste cose, e mi rivolgo adesso al Direttore di “ItaliachiamaItalia”, le conoscete bene e ne siete stati sempre testimoni in prima persona insieme a me.
Che questo governo abbia stanziato (solo adesso, quando tutti parlano di Venezuela!) 2 milioni di euro per gli aiuti umanitari mi pare il minimo, davvero il minimo che potesse fare.
Ciò che però questo governo non fa, e che invece chiedono a gran voce tutti gli italiani in Venezuela, è la cosa più semplice ma anche la più importante: denunciare la dittatura di Maduro e riconoscere la legittimità del Presidente Guaidò, che a differenza di Maduro è stato eletto da un Parlamento eletto in maniera trasparente, e quindi legittimamente democratica.
Sono certo che i Sottosegretari Merlo e Picchi la pensano come me, su questo punto; convincano allora il loro governo ad agire coerentemente con questa richiesta invece di appiattirsi sulle posizioni filo-Maduro del Movimento 5Stelle o di Putin. E’ questa anche la posizione del Cgie, vero Pinto? E’ anche la posizione del Presidente Mattarella e di quasi tutti i Paesi europei e sudamericani. Vorremmo che fosse anche quella del governo Lega-5Stelle-MAIE.
Cordiali saluti,
Fabio Porta
*già deputato Pd, coordinatore Pd in Sud America