A scuotere la Chiesa, non vi è solo la questione della messa in latino. Com’è noto, Papa Francesco ha deciso di annullare il motu proprio del suo predecessore, Papa Benedetto XVI, il quale liberalizzò la messa in latino. Infatti, vi sono problemi anche con il nuovo Messale. Nel dicembre dell’anno scorso, il nuovo Messale è entrato in vigore con le modifiche apportate alla liturgia. Per esempio, nel “Gloria” non si dice più: “Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace agli uomini di buona volontà” ma: “Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini amati dal Signore”.
Nella preghiera del “Padre nostro”, il passo che recita: “…e non ci indurre in tentazione” è stato sostituito da questa formula: “…e non abbandonarci alla tentazione”.
Ora, sembra che l’avvento del nuovo Messale abbia portato molta confusione. Infatti, vi sono preti che recitano e fanno recitare il “Gloria” o la preghiera del “Padre nostro” secondo il vecchio Messale. In alcuni casi, il “Gloria”e la preghiera del “Padre nostro” sono recitati o secondo il vecchio Messale o secondo quello nuovo, a seconda del prete che celebra. Ci sono casi nei quali gli stessi fedeli, durante la stessa messa, dicono la preghiera nei due modi diversi.
Così, per esempio, nella stessa chiesa e nella stessa liturgia, si sentono alcuni dire: “…e non abbandonarci alla tentazione” ed i loro vicini di banco dire: “…e non ci indurre in tentazione”. C’è tanta confusione.
Evidentemente, il nuovo Messale non è stato accettato da tutti, tanto tra i laici quanto tra i membri del clero. Addirittura, la messa cambia di parrocchia in parrocchia o a seconda del prete che celebra. Forse, non sarebbe stato il caso di lasciare tutto com’era e di concentrarsi sui problemi veri della Chiesa? La Chiesa ha ben altri problemi. Basti pensare, per esempio, alle spinte scismatiche nelle due opposte direzioni in Germania e negli Stati Uniti d’America. Questa modifica della liturgia ha creato tanta confusione, portando tanto disorientamento tra i fedeli.