Il Partito Democratico continua a voler proporre lo ius soli in forma più o meno mascherata. Adesso, il partito di Enrico Letta vuole proporre lo ius scholae. Ergo, si vuole dare la cittadinanza al ragazzino figlio di immigrati che frequenta la scuola italiana per cinque anni.
Ora, la proposta dei democratici è irrealizzabile. In primis, è cittadino italiano chi nasce da genitori che sono cittadini italiani. Questo vale sia per gli italiani che per i migranti regolari che hanno acquisito la cittadinanza italiana. Per esempio, i bambini nati da una famiglia egiziana che ha acquisito la cittadinanza italiana sono anch’essi cittadini italiani. Questo è ovvio.
Al contrario, i bambini nati da una famiglia egiziana che non ha acquisito la cittadinanza italiana non possono essere cittadini italiani. La proposta dei democratici rischia di creare un vulnus.
Infatti, con tale proposta si vuol dare la cittadinanza italiana a dei bambini i cui genitori non sono cittadini italiani. Se i genitori di questi bambini tornassero nei Paesi di origine, lì i loro figli sarebbero stranieri.
Inoltre, in Italia l’obbligo scolastico è di dieci anni. La proposta del Partito Democratico prevede che il bambino straniero diventi cittadino italiano dopo cinque anni. Dunque, nella proposta dei democratici vi è un’incongruenza tra percorso scolastico ed acquisizione della cittadinanza.
Inoltre, vi sono tanti italiani all’estero che fanno fatica a vedere riconosciuti i loro diritti. Non sarebbe il caso di pensare prima a loro, invece di pensare a regalare la cittadinanza italiana per un calcolo elettorale?
Ci sono altri problemi da risolvere: ius soli e/o ius scholae non sono una priorità.