La notizia è partita dalla stampa e poi sul web è diventata virale. Parliamo della tassa sul condizionatore, sull’aria fresca. Una spesa di circa 200 euro l’anno, di questi tempi mica pochi. Il terrore, l’indignazione, scorrono sul web. Fino a quando le organizzazioni di consumatori spiegano che la tassa riguarda solo gli impianti oltre i 12 kw, ovvero quelli che servono a raffreddare ambienti oltre i 160 mq; la tassa è stata introdotta in forza di una direttiva europea nel 2013 dal governo Monti.
Su internet, un sito “anti-bufale” spiega: "Il libretto e’ un obbligo gia’ da qualche anno, senza che nessuno si sia preoccupato di fare molto in merito, ma l’imposta, l’unica cosa che ci preoccupa davvero, va pagata se il nostro impianto e’ superiore ai 12 kW, che si calcolano moltiplicando i Btu del nostro impianto per 0.000293. Se abbiamo un condizionatore da 12.000 Btu (che fa un bel freschetto) i kW saranno 3,52 e non 12, dunque non avremo nulla da pagare. Come spiega chiaramente il d.p.r.".
Anche il ministero dello Sviluppo economico vuole fare chiarezza e in una nota precisa che la maggior parte dei condizionatori non ha l’obbligo del libretto di impianto e manutenzione in quanto non supera la potenza di 12kW.
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