Il governo, per voce del ministro Paolo Gentiloni, chiarisce la posizione del nostro paese nel secondo giorno dei raid Usa in Libia, dopo aver rassicurato, nel corso di una telefonata con il primo ministro Al Serraj, che l’Italia continuera’ nel sostegno sul piano umanitario.
Il ministro degli Esteri italiano ha spiegato: il nostro paese valuterà di intervenire contro l’Isis a Sirte o di mettere a disposizione degli alleati le basi italiane se ci saranno richieste. E si muovera’, solo dopo aver informato il Parlamento, nell’ambito della risoluzione Onu.
Mercoledì il governo si presentera’ in Aula alla Camera: prima il ministro della Difesa Roberta Pinotti al question time spieghera’ qual e’ il ruolo dell’Italia nelle azioni aeree avviate dagli Usa contro la roccaforte del Daesh in Libia. E nel tardo pomeriggio il sottosegretario agli Esteri Enzo Amendola affrontera’ il dibattito sulle mozioni: i grillini bocciano in toto la politica estera italiana esprimendo dubbi anche sulla permanenza della Turchia nella Nato. Mentre il Pd impegna l’esecutivo "a continuare a sostenere quanto il governo di accordo nazionale fara’ per contrastare Daesh, nel solco di quanto previsto dalla risoluzione 2259 del Consiglio di sicurezza".
In ogni caso, come ha assicurato oggi il ministro Gentiloni in un colloquio telefonico con Al Serraj, l’Italia continuera’ a sostenere gli sforzi del governo unitario per riportare la Libia ad una situazione di stabilita’. "Continuiamo ad essere disponibile a fornire al governo di accordo nazionale l’assistenza che questi potra’ richiedere, in particolare sul piano umanitario e sanitario", ha detto Gentiloni ribadendo l’apprezzamento per l’azione che il governo libico "sta portando avanti per riportare gradualmente la stabilita’ nel Paese". Sostegno che Al Serraj ha apprezzato, impegnandosi a definire nei prossimi giorni le ulteriori fasi della collaborazione.
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