Il caso di Emmanuel Chidi Namdi, il nigeriano morto a Fermo a seguito di una colluttazione, è stato un fatto certamente brutto. Su questo tragico episodio si stanno svolgendo delle indagini. A prescindere da ciò, esso va deprecato. Però, non si può dire che l’Italia sia un Paese razzista. Pensiamo ai numerosi italiani che aiutano i poveri, italiani e stranieri. Semmai, l’Italia è un Paese indignato.
Il problema vero sta nel fatto che l’Italia sia oggi sistematicamente colpita da ondate di immigrazione irregolare. Questa immigrazione non è controllata e oltre ad entrare i profughi (quelli che scappano dalle guerre e dalle persecuzioni e che quindi hanno diritto di asilo) entrano anche immigrati clandestini che non hanno alcun diritto. Non era il caso di Emmanuel, che era un profugo scappato da Boko Haram.
Questi immigrati clandestini non possono avere un lavoro regolare, proprio perché venuti qui in clandestinità. Vengono in Europa, ma l’Europa non li vuole. Rischiano così di dovere vivere di espedienti (anche illegali) o di diventare manovalanza di associazioni criminali. Di fronte a ciò, un cittadino medio si indigna, anche nel vedere il degrado nella città in cui vive o quando sente di episodi gravissimi, come le rapine in villa. Inoltre, l’Italia è un Paese in forte crisi. Anche se si cercasse il modo di collocare gli immigrati clandestini nel mondo del lavoro il problema resterebbe poiché qui in Italia non c’è lavoro nemmeno per noi italiani. Da disoccupato, so quello che dico. Io giro per varie aziende e mi sento dire: "Siamo spiacenti, non possiamo assumerla". Ci sono aziende chiuse e con l’erba alta intorno. Quindi, dirsi contro l’immigrazione clandestina non è razzista. Paesi civili ed accoglienti, come ad esempio l’Australia, non vogliono l’immigrazione clandestina. Sono razzisti anche gli australiani? Per favore, siamo seri! Non si usi il caso del povero Emmanuel per fare della campagna elettorale o per demonizzare gli avversari politici.
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