Sul fronte azzurro, "mosse pasticciate" scrive Ugo Magri su La Stampa: "Tale rischia di rivelarsi il colpo di fulmine per la Lega. L’ex Cavaliere avrebbe voluto corteggiare personalmente il segretario del Carroccio Salvini. Una conferenza stampa era all’uopo annunciata per ieri pomeriggio, ma all’ultimo istante Berlusconi ha dato buca. Come mai? La sera prima, in ufficio di presidenza, mezzo partito meridionale gli si era rivoltato contro: da Fitto a Saverio Romano, dalla Polverini alla Carfagna, senza contare le riserve di Tajani, vice-presidente della Commissione Ue. Tutti inorriditi dalla svolta lepeniana della Lega. Per cui brusca frenata: Silvio ha dato retta a un consiglio dell’esperto Gasparri, inviando in vece sua una delegazione guidata dal consigliere politico Toti e arricchita dai due capigruppo Brunetta e Romani. Un modo per svicolare senza offendere l’erede di Bossi, al quale Berlusconi ha promesso via telefono che lui personalmente firmera’ due dei 6 referendum padani.
Cio’ che in realta’ preme a Forza Italia e’ rompere l’isolamento. Come spiega Toti, si vuole dare l’impressione di un ‘work in progress’, di uno sforzo teso a rimettere in piedi l’alleanza perduta.
Intanto la strategia referendaria inciampa su banali bucce di banana. Ad esempio, uno dei referendum che Berlusconi si appresta a sottoscrivere, quella sulla legge Fornero, e’ quasi certamente incostituzionale perche’ crea un buco di bilancio. E poi: a un condannato, per giunta interdetto dai pubblici uffici, e’ consentito firmare un referendum? La risposta e’ no, non potrebbe. Avendo perso l’elettorato attivo e passivo, Berlusconi e’ stato depennato dalle liste elettorali. Cosicche’ si puo’ star certi che, al momento di conteggiare le firme, quella del Cav sara’ inesorabilmente annullata dalla Cassazione. La cerimonia della firma, insomma, rischia di risultare un po’ ‘tarocca’ o di avere semplicemente un valore simbolico. Ragion per cui qualcuno ad Arcore si domanda se ne valga realmente la pena".
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