Patrice Evra a 33 anni ha ancora "molta voglia di vincere". E’ per questo che ha deciso di lasciare il Manchester United e accettare l’offerta della Juventus. Ed e’ appunto sottolineando il valore aggiunto della "cultura della vittoria" che il giocatore francese si e’ presentato oggi a Vinovo, per la sua prima conferenza stampa con la sua nuova maglia. Intende indossarla "per vincere", e’ l’unico modo che conosce per affrontare il campo.
"Col Manchester ho vinto tre campionati di fila e so che vincere il quarto e’ molto piu’ difficile. Ma questa e’ la cultura della Juve, e la mia".
Per quanto i primi segnali non siano del tutto confortanti, Allegri puo’ porsi l’obiettivo del 4/o scudetto, cosi’ come puo’ puntare alla Champions: "E’ una competizione affascinante. Ma ho fatto quattro finali e so che basta un episodio, una palla sbagliata, per perdere la partita. Dunque bisogna affrontare la Champions con serenita’, senza troppe tensioni".
Per lui l’Italia e’ un ritorno. Perche’ fu proprio in Italia che, a 17 anni, approdo’ al "calcio importante": "Mi aveva chiesto il Torino, ma scelsi Marsala, e non rimpiango quella scelta, anzi. Li’ per me e’ stato come una famiglia. Poi, a Monza, ho trovato i miei agenti, che oggi sono come fratelli per me, e ho fatto il mio ingresso nel grande calcio professionistico".
La carriera lo ha successivamente portato a Nizza, a Monaco, e per ben 7 stagioni al Manchester Utd. A 13 anni di distanza, torna in Italia e lo fa con la Juve. Una rivincita? "No, affatto – ha risposto, parlando un ottimo italiano -. L’Italia e’ stata generosa con me, e sono contento di tornare a giocare qui".
Per lui, che in carriera ha disputato 4 finali di Champions League (3 perse, di cui una col Monaco, una vinta, col Manchester nel 2008), la Juventus ha tutto cio’ che ci vuole per vincere. "La decisione di Conte mi ha sorpreso. Era stato lui a telefonarmi, prima dei Mondiali. Poi ho saputo che Conte lasciava mentre ero in vacanza. Se lo ha fatto, avra’ avuto le sue ragioni. Ho riflettuto un po’, poi ho deciso e sono contento della mia scelta. Ognuno e’ artefice del suo destino. Il Manchester non voleva lasciarmi andare, Van Gaal era molto dispiaciuto"".
"Ho gia’ parlato con Allegri, lui e’ contento. E anch’io lo sono. Come sono molto contento di giocare di nuovo con Tevez, Carlitos e’ un guerriero, quando la squadra sta un po’ dormendo, basta un suo pressing per svegliarla". Patrice Evra arriva in Italia in pieno caso-Tavecchio. Inevitabile dunque una domanda sul razzismo che continua a inquinare il calcio italiano. "E’ triste essere qui oggi e dover parlare di queste cose, di razzismo – ha detto il francese -. Ma il razzismo altro non e’ che ignoranza. Io sono un uomo felice. Non sono nero ne’ bianco, rosso, giallo. Solo un uomo". Da questo punto di vista sa di essere in una delle societa’ italiane piu’ impegnate sul terreno della lotta al razzismo. Ed e’ anche per questo che e’ pronto a indossare la sua nuova maglia. Sulla quale ci sara’ la parola Fiat, unico sponsor fino al 2021.
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