In Italia stiamo vivendo un esempio lampante di quanto la realtà sia ben diversa da come viene fatta apparire. Matteo Renzi, per esempio, è sicuramente persona in gamba, ma soprattutto è capace di trasmettere sensazioni. Parla un italiano semplice e diretto, affronta i problemi con parole condivisibili, porta immediatamente a sottolineare la sua presunta diversità con un mondo politico pieno di muffa e ragnatele. Da applausi.
Se poi si va seriamente a controllare l’esito delle promesse, lo stato vero dell’economia, le leggi approvate oppure no dal governo rispetto a quelle promesse, il risultato è ben diverso, ma il messaggio collettivo che passa è quello di una “novità positiva” perché è questo il messaggio che appunto viene fatto passare dai media.
Il caso più straordinario è quello della nuova legge elettorale che è profondamente antidemocratica, ma pochi lo dicono e quasi nessuno lo ha capito. Per esempio mai Berlusconi avrebbe potuto presentarla: sarebbe stato tacciato di dittatore al primo vagito, ridicolizzato, inchiodato dalla Magistratura.
Per Renzi è l’opposto: tuttora non ho ascoltato un dibattito approfondito e preciso che spieghi agli ascoltatori le conseguenze concatenate di una riforma che metterà nelle mani di uno solo (Renzi) il potere politico e il controllo sul governo, il parlamento, la magistratura, la presidenza della Repubblica, le nomine pubbliche. Nessuno che accenni a palesi incompatibilità di equilibrio democratico.
E’ il risultato di una “guerra delle parole” ben condotta e di cui sempre la sinistra è maestra controllando anche la RAI, i programmi di approfondimento, i maggiori quotidiani, le radio, il mondo della scuola, la stessa magistratura.
D’altronde – anche in questa occasione – il centrodestra non può che piangere su se stesso. Solo oggi Forza Italia sostiene che le riforme elettorali e costituzionali non vadano bene, dimenticando che è stata proprio FI a permetterne l’approvazione al senato – tre mesi fa – concedendo “gratuitamente” i propri voti determinanti: Renzi – cinico – ne ha approfittato illudendo gli azzurri sull’elezione del Presidente della Repubblica salvo poi scaricare il Cavaliere come un taxi a fine corsa.
Non solo: la spregiudicata manovra di Renzi ha diviso il centrodestra, affossato FI, distrutta l’immagine del Cavaliere tra polemiche, scissioni ed abbandoni. Un esempio da manuale su come si combatta e si vinca in politica, dove Renzi è oggi protagonista assoluto, praticamente senza avversari, chissà per quanto tempo.
*già deputato PdL, ex sindaco di Verbania
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