Dibattito aperto sulla legge elettorale tra il Pd… e il Pd. Alla Camera è iniziato l’esame dell’Italicum 2.0 in Commissione Affari costituzionali, con la nomina al ruolo di relatori di Gennaro Migliore, per la maggioranza, e Francesco Paolo Sisto per la minoranza, ma è il confronto interno ai democratici a tenere banco.
La mattinata si apre infatti con l’appello da parte dell’area riformista capitanata da Roberto Speranza, che del Pd a Montecitorio è peraltro il capogruppo, a riaprire il dialogo sul testo della legge elettorale: "Il Pd non può permettersi ora una rottura – si legge nel documento redatto – "L’Italia sta finalmente uscendo da sette lunghissimi anni di crisi. Ora abbiamo la forza di indicare un cammino positivo alle nostre famiglie e alle nostre imprese ma sette anni di crisi economica ci consegnano un sistema politico carico di inquietudine" .
E però "all’orizzonte si profila un altro, enorme rischio: una frattura dentro il Pd. Se così fosse su quale terreno facciamo camminare le riforme? È vero che le riforme sono ineludibili è altrettanto indispensabile farle bene. Nessuno di noi vuole veti, ricatti, ultimatum come pure siamo convinti che la parola scissione non debba far parte del vocabolario del Pd. Questa rottura non possiamo permettercela. Riflettiamo. Senza fermarci. Possiamo andare avanti al doppio della velocità, se necessario. Però attenzione, perché le riforme devono poggiarsi su un terreno largo. E questo terreno si è già ristretto. È solo la maggioranza a fa le riforme. E se anche un pezzo del Pd non ci sta, rendiamo quel disegno essenziale più debole e non più forte".
L’appello dei riformisti di Speranza però pare destinato a cadere nel vuoto, perché la risposta del ministro delle Riforme Maria Elena Boschi arriva a stretto giro di posta: "Per il governo questa legge elettorale è corretta, funziona, va bene e non c’è necessità di modifiche, e anche la direzione del Pd si è espressa in tale senso" dice alla Camera. Poi certo, "il dialogo è sempre aperto e c’è ancora un’assemblea di gruppo in programma in cui discutere la cosa" ma l’idea di fondo è quella di non modificare il testo alla Camera, almeno in Commissione, e presentarsi puntuali all’incardinamento dell’aula per il 27 aprile.
Il problema semmai potrebbe essere costituito dal fatto che in commissione, nelle file del Pd, al momento prevalgono per numero proprio gli esponenti di minoranza, tanto che nelle ultime ore sono iniziate a circolare voci di possibili sostituzioni dall’alto, un po’ come successo con Mineo e Chiti mesi fa al Senato. "Mi sembra prematuro parlarne" spiega comunque la Boschi.
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