© Carlo Ancidei, 2022
Si parla di revisione e rinnovamento del sistema informatico, fiscale, amministrativo, e non si parla mai di revisione e rinnovamento del sistema linguistico, strumento di comunicazione che regola rapporti sociali e trasmette informazioni, creato per esternare pensiero mentale. È evidente che c’è bisogno di luce nuova che trasmette cambiamento.
Per questo motivo, ho intenzione di dare una scossa a questo sistema, quindi è con grande piacere che voglio presentare Italiano Modernum – in riferimento alla lingua latina, lingua di grandi letterati, filosofi e scienziati come Galilei, Cartesius e Newton. Lingua della conoscenza e della logica. Proprio per questo è una lingua da riscoprire e rivalutare, che ci sfida a entrare in dialogo con nostro passato per meglio interpretare il futuro che ci attende.
È possibile un rinnovamento della lingua italiana? Può diventare una grande lingua internazionale del futuro? È possibile modificarne la struttura grammaticale per farla diventare una lingua più accessibile, più agile per comunicazione e comprensione per italiani e stranieri nel mondo digitale? Potranno i nostri discendenti respirare aria di cambiamento? Cioè comunicare con chiarezza, con pochi articoli e tempi verbali?
“Nulla si distrugge, tutto si trasforma” parafrasando una citazione del grande scienziato Lavoisier. Quindi, immagina in cosa consiste questa innovazione, come è strutturato questo sentiero da percorrere, questa lingua rinnovata che si adatta perfettamente al nostro stile di vita attuale, e si appresta a essere usata senza fatica nella comunicazione informale scritta e parlata.
Risultati della breve trattazione linguistica sono espressi in cinque punti:
- Omissione dell’apostrofo (piccolo passo per grandi cambiamenti), 2. Omissione di articoli partitivi (togliamo polvere dal tappeto) 3. Ridimensionamento del ruolo dell’articolo (andiamo oltre i confini dell’immaginazione) 4. Innovazione in preposizioni articolate (oltre l’esoterismo nella grammatica) 5. Massima semplificazione del sistema verbale (tendenza già avviata nell’italiano neo-standard).
Nel mondo globalizzato del XXI secolo è fondamentale la velocità di comunicazione e di informazione. Risuona la voce del XX secolo di Jiddu Krishnamurti: “Il vero cambiamento, la vera rivoluzione, avviene abbandonando il noto per l’ignoto”.
Durante il Rinascimento l’italiano era la lingua di maggior prestigio in Europa. Oggi è una lingua molto amata in tutto il mondo, ma parole italiane comprese all’estero non sembrano in espansione. Per studenti stranieri risulta una lingua facile per quanto riguarda la pronuncia, ma ha una grammatica paragonabile a una ragnatela ingarbugliata che impedisce di comunicare con velocità e chiarezza e toglie rapidità all’interazione verbale.
Leggendo un estratto dal Decameron di Boccaccio del XIV secolo notiamo che la struttura morfo-sintattica è cambiata poco rispetto all’italiano standard. “Confesso nondimeno le cose di questo mondo non avere stabilità alcuna. Ma sempre essere in mutamento, e così potrebbe della mia lingua esser intervenuto”.
La lingua inglese antica aveva tre generi: maschile, femminile e neutro, e come lingua tedesca 4 casi: nominativo, genitivo, dativo, accusativo. Poi progressivamente, eliminando tutti i casi e generi, è diventata la lingua internazionale più parlata nel mondo. In conseguenza del “restyling” della lingua italiana, e anche grazie a Made in Italy, cucina e turismo, Italiano Modernum ha tutte le risorse necessarie per diventare una lingua di grande importanza internazionale, al fine di permettere la comunicazione tra gruppi di persone che parlano lingue differenti.
Ho fatto tutto quello che è in mio potere per stimolare lo spirito di iniziativa, per affrontare questo meraviglioso percorso insieme per “riveder le stelle”, approfondire proprie conoscenze e osservare la lingua italiana con occhio più attento.
È possibile scaricare versione completa della trattazione linguistica nel sito Wikimedia Commons digitando sulla ricerca in alto a destra Italiano Modernum.