In America Latina, dov’era cominciato con la prima trasferta in Argentina, termina il lungo cammino di "Written in Italy", la prima biblioteca italiana itinerante di letteratura tradotta all’estero. Dodici tappe, oltre quattro anni di progetto, più di centomila chilometri percorsi al seguito della letteratura italiana di ogni tempo. Una esperienza senza precedenti che vivrà il suo epilogo a Montevideo, dal 19 al 23 marzo alla Biblioteca Nacional de Uruguay.
Nata come iniziativa privata inseguendo il lungimirante tentativo di allestire la prima biblioteca di letteratura italiana tradotta all’estero, la mostra "Written in Italy" ha incassato il patrocinio dei Ministeri per gli Affari Esteri e per i Beni e le Attività Culturali e poi la collaborazione di alcune tra le più importanti personalità della cultura italiana.
All’allestimento della biblioteca e dell’esposizione, ad oggi l’unica del genere che sia mai stata curata in Italia, hanno preso parte donando libri e importanti documenti 30 editori italiani e 12 stranieri, 53 scrittori, 12 Istituti Italiani di Cultura, 10 agenzie letterarie e 15 Ambasciate d’Italia.
E dopo 11 tappe in Italia – a Foggia, Roma, Leuca e Bologna – e all’estero – Còrdoba in Argentina, Skopje in Macedonia, Vilnius in Lituania, Amsterdam in Olanda, Seoul in Corea del Sud e Doha in Qatar – e oltre 8.500 visitatori raccolti lungo il suo faticoso ma entusiasmante cammino, "Written in Italy" giunge alla sua ultima destinazione: Montevideo in Uruguay, dove vivono oltre 600mila italiani e dove si diressero molti connazionali durante la prima ondata migratoria che durò dal 1875 al 1900.
"In realtà abbiamo ricevuto altri due inviti a esporre "Written in Italy", uno a New York e l’altro a Pretoria, ma", spiega il curatore della mostra Davide Grittani, "abbiamo deciso di esaurire la nostra esperienza in Uruguay. Innanzi tutto perché bisogna saper uscire di scena, dopo quattro anni trascorsi in giro per il mondo al seguito della letteratura italiana crediamo che sia giunto il momento di chiudere questa irripetibile esperienza. In secondo luogo perché sta diventando sempre più difficile intercettare il sostegno di chi investe in cultura, aziende o enti che ci hanno accompagnato convinti che l’Italia sia un Paese rappresentato in maniera approssimativa rispetto alle sue radici, ma che adesso, per evidenti ragioni, fanno fatica a sostenere il nostro impegno. E poi", ha aggiunto Grittani, "noi che comunque siamo privati, sentiamo di aver setacciato tutte le risorse a disposizione, umane e intellettuali. La speranza è che adesso, dopo questo progetto coraggioso e inedito, siano le istituzioni pubbliche a farsi carico di un monitoraggio attento e costante sull’esportazione della nostra letteratura all’estero".
"Written in Italy" in Uruguay è stata organizzata su iniziativa dell’Ambasciata d’Italia e dell’Istituto Italiano di Cultura. L’inaugurazione è prevista per lunedì 19 marzo alle ore 19 alla presenza dell’ambasciatore d’Italia in Uruguay, Massimo Andrea Leggeri, e del direttore della Biblioteca Nacional de Uruguay, che è anche uno scrittore molto popolare nel Paese, Carlos Liscano. La mostra resterà aperta dal 20 al 23 marzo dalle 8 alle 20, a disposizione di visitatori e gruppi organizzati.
In esposizione circa 500 traduzioni in rappresentanza di 400 autori italiani di ogni epoca, di 47 lingue ufficiali e 16 alfabeti. "Un patrimonio che contiene anche libri molto importanti", osserva alla viglia dell’evento l’ambasciatore Leggeri, "testi che sono fisicamente appartenuti ai più grandi scrittori italiani del Novecento, penso a Pasolini, Moravia, Soldati, Buzzati, Calvino e molti altri. Questa mostra, inoltre, capita anche nell’anno della cultura italiana in Uruguay, che noi celebreremo con molte iniziative tra cui questa mostra singolare e così affascinante".
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