Ormai sembra chiaro che neanche quest’anno, nonostante il rinvio a suo tempo disposto, si procederà alle elezioni per il rinnovo dei COMITES. La critica situazione finanziaria in atto, che può avere gravi ed imprevedibili sviluppi, ed una palese indifferenza delle autorità politiche ed amministrative nei confronti di questa questione, rendono certo il rinvio delle elezioni secondo il sistema disposto dalla legge vigente.
Certamente ci sarebbe da commentare il fatto che l’Ufficio di Presidenza del Cgie, che si era distinto per aver continuamente protestato contro il precedente Governo ed il Sottosegretario preposto agli Italiani all’Estero per il mancato rispetto delle previsioni di legge in materia di rinnovo dei Comites e dei relativi finanziamenti, adesso stranamente taccia e non si preoccupi della sorte degli organismi rappresentativi di base, ormai scaduti da anni e spesso incapaci di operare non solo per mancanza di mezzi finanziari (che è indubbiamente un grave problema) ma anche per l’abbandono – per cause naturali od altre ragioni – dei suoi componenti.
Però comunque un rinnovo di questi organismi è necessario, soprattutto per non farli finire nel dimenticatoio e considerarli un relitto del passato non più necessario in un’epoca politica in cui il potere tecnocratico sta tentando di prevalere sulle rappresentanze popolari.
A nostro modesto parere, vi sarebbe una soluzione da attuarsi in via transitoria vista l’eccezionalità del periodo che stiamo attraversando. I Comites, com’è noto, si dividono in elettivi e di nomina consolare. Ma per procedere alle elezioni occorre tutta una complessa procedura basata sul voto per corrispondenza, che costa molti milioni di euro. La proposta che lanciamo su ItaliaChiamaItalia e che vorremmo non fosse valutata solo come una “boutade” inattuabile, è la seguente. Se tutti i principali partiti politici fossero d’accordo, si potrebbe approvare in breve tempo una leggina con la quale – dopo aver richiamato i problemi finanziari dello Stato ed i rigidi impegni presi con l’Unione Europea, ma ricordando che il rinnovo di questi organismi si rende necessario non solo per la scadenza dei termini ma anche per favorire un salutare ricambio delle persone impegnate nell’assistere le comunità italiane all’estero – si stabilisca la sospensione per un periodo transitorio del criterio elettivo dei Comites estendendo a tutte le Circoscrizioni Consolari il criterio di nomina dei componenti da parte del Console, ai sensi del vigente art. 24 della Legge n. 205 del 1985 e successive modificazioni.
Presso ogni Consolato si dovrebbe quindi aprire una specie di “concorso per titoli” cui possono presentare la propria candidatura per la nomina nei Comites tutti coloro che operano all’interno delle comunità, indicando a sostegno associazioni, patronati, organizzazioni, periodici, istituzioni varie con cui collaborano in qualsiasi maniera, ovvero le attività individualmente svolte, ferme restando ovviamente le incompatibilità previste dalla legge.
Il Console dovrà poi disporre la composizione del nuovo Comites così come indicato nel succitato art. 24.
In tal modo, sia pure in modo surrettizio ed eccezionale, con una durata prefissata (che potrebbe essere inferiore a quella ordinaria) i Comites potrebbero riprendere a funzionare con una certa legittimità.
D’altra parte, non dobbiamo far finta di non sapere che anche gli attuali componenti eletti nei Comites sono stati indicati in liste presentate da associazioni, organizzazioni, patronati, ecc. della Circoscrizione: in questo caso, si sostituirebbe al voto popolare (impossibile per motivi finanziari) una specie di “cooptazione” concordata.
Questo meccanismo eccezionale avrebbe un’altra conseguenza positiva, ossia quella di procedere nelle forme dovute al rinnovo dei componenti elettivi del Cgie, anch’esso da tempo in prorogatio. Contestualmente, si dovrà procedere al rinnovo dei membri di nomina governativa, cosa anch’essa necessaria in quanto attualmente sono presenti persone nominate da partiti o associazioni che non esistono più o che si sono modificate al loro interno.
Infine, se si procedesse in questo senso, si realizzerebbe anche un altro risultato: quello di “neutralizzare” la proposta di legge Micheloni ed altri per la riforma dei Comites e del Cgie, la quale è stata approvata in prima lettura al Senato e che potrebbe essere improvvisamente messa all’ordine del giorno alla Camera, magari sotto il pretesto dei risparmi di spesa che la nuova struttura delineata in quella legge comporterebbe.
Insomma, si dovrebbe avere il coraggio di smuovere lo “status quo” senza attendere improbabili indizioni delle elezioni, allo scopo di procedere ad un rinnovo che – sia pure in parte discutibile per le modalità – impedirebbe a chiunque di sostenere che questi organismi siano delle sopravvivenze che potrebbero essere sciolti definitivamente per ragioni operative (tanto, ci sono i parlamentari eletti all’estero che rappresentano i connazionali….) approfittando della situazione finanziaria. Rinnovo che consentirebbe una ripresa dell’attività degli organismi rappresentativi in parte rinnovati.
Ci rendiamo conto che questa è una proposta “rivoluzionaria", ma a nostro parere bisogna avere il coraggio di uscire dallo “stallo” in cui questi organismi attualmente si trovano. Ma avranno il coraggio di proporla i “conservatori” ed i “nostalgici” dell’assemblearismo degli anni ottanta che siedono nell’ufficio di presidenza del Cgie?
*membro del Consiglio Generale degli Italiani all’estero
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