La "strategia" dell’Italia e degli alleati in Afghanistan "prosegue e non ha cambiamenti di rotta. Quindi i tempi sono quelli che erano stati descritti ed annunciati". Lo ha detto il ministro degli Affari Esteri, Giulio Terzi, al termine di un incontro alla Farnesina con Marc Grossman, inviato speciale del Dipartimento di Stato americano per l’Afghanistan e il Pakistan.
"Vale il principio fondamentale per i nostri due Paesi e tra alleati della Nato che insieme ci impegniamo e insieme rientriamo", ha aggiunto Terzi, secondo il quale "il tema del ridispiegamento e della riduzione della presenza militare è un tema che rientra esattamente nella strategia adottata a Lisbona ed è collegato all’obiettivo di un trasferimento alle forze nazionali afghane della responsabilità della sicurezza". Il trasferimento, ha ribadito il ministro, "inizierà nel 2013 e si completerà nel corso del 2014".
L’inviato speciale Usa ha espresso la "ammirazione" degli Stati Uniti "per gli sforzi che l’Italia ha fatto in Afghanistan in questi ultimi 10 anni" ed ha parlato di "solidarietà andando avanti negli sforzi che continueremo a fare insieme".
Grossman ha ribadito a Terzi anche "le condoglianze per la perdita del soldato italiano e il ferimento di altri la settimana scorsa" ed ha annunciato che gli Stati Uniti sono pronti a riprendere il dialogo con i talebani. Quando i talebani, ha detto, "saranno pronti, noi saremo pronti a tornare a dialogare" con loro.
Secondo l’inviato degli Stati Uniti in Afghanistan "la questione in gioco è come proteggere d’ora in poi gli investimenti fatti in vite umane, in soldi, in tempo, in sforzi". Una data quantità di risorse, ha riferito Grossman, dovrebbe continuare a essere investita nelle forze di sicurezza afghane e, "come Terzi ha detto molto bene, nello sviluppo del Paese". Inoltre, bisogna "aumentare la capacità del settore privato per coinvolgerlo in Afghanistan. Ed è per questo", ha aggiunto, "che con Paesi come l’Italia portiamo avanti una strategia per mettere in connessione le economie dell’Asia centrale con quelle dell’Asia meridionale attraverso l’Afghanistan con l’obiettivo di creare una crescita economica sostenibile". Grossman ha infine specificato che "non si tratta soltanto di andare in giro a chiedere denaro pubblico, ma è anche questione di chiedere al settore privato di considerare anche le opportunità di quell’area".
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