Le mozioni riguardanti le procedute per il voto all’estero presentate prima dell’estate dai deputati Laura Garavini (Pd), Aldo Di Biagio (Fli) e Marco Zacchera (PdL) sono state discusse oggi nell’Aula della Camera dei Deputati. E’ stato quindi affrontato a Montecitorio il tema del voto degli italiani nel mondo, il suo meccanismo e l’aggiornamento Aire (Anagrafe Italiani Residenti all’Estero). Quelli relativi all’Aire, ha sottolineato Garavini, non sono "problemi nuovi, essi si erano già manifestati anche nelle scorse tornate elettorali e questo semmai rende ancora più grave il problema". Negli anni si sono verificati "episodi che non hanno di certo fatto bene né agli italiani all’estero né ad un’obiettiva valutazione della situazione", ma il sistema "è sostanzialmente sano" e quindi "va salvaguardato" attraverso degli "indifferibili rimedi" da individuare "con il più ampio dialogo possibile ed in forma unitaria". L’eletta nella ripartizione estera Europa ha quindi ribadito che "la valutazione sostanzialmente positiva dell’esperienza del voto per corrispondenza", che "al di là dei limiti e delle disfunzioni" ha "consentito concretamente ad alcuni milioni di cittadini nel mondo di partecipare attivamente alla nostra democrazia". Senza contare che nessuno ha proposto "una traduzione dell’effettività del voto migliore di quella assicurata dal sistema per corrispondenza".
Garavini ha voluto ricordare durante il suo intervento la questione relativa all’abolizione della Circoscrizione Estero: "sulla stampa è comparsa recentemente la notizia della decisione del Consiglio dei Ministri di richiedere la procedura d’urgenza per la bozza di riforma costituzionale, a firma del Ministro Calderoli. Le fonti di informazione sono concordi nel segnalare l’intenzione del Governo di eliminare la stessa circoscrizione Estero dalla rappresentanza parlamentare, che verrebbe dimezzata nel numero e riorganizzata con il Senato delle regioni. È evidente, signor Presidente, onorevoli colleghi, che prima di procedere nell’esame delle mozioni è indispensabile rimuovere il macigno che il Governo avrebbe posto sulla strada dell’esercizio del voto degli italiani nel mondo. Al di là delle procedure regolamentari – ha sottolineato Garavini – diventa politicamente prioritaria una dichiarazione del Governo sul reale contenuto della ‘bozza Calderoli’. Il Governo ci deve dire – e soprattutto deve dirlo ai milioni di connazionali che vivono all’estero – se nella proposta di riforma c’è o non c’è l’abolizione della circoscrizione Estero".
Garavini ha quindi illustrato la sua mozione e ricordato la proposta di riforma della legge Tremaglia presentata dal Pd sia alla Camera che al Senato. Legge che, ha ricordato Aldo Di Biagio, deputato eletto in Europa con il PdL e poi passato al Fli, "ha avuto l’enorme merito sia storico sia normativo di garantire agli italiani all’estero l’effettiva possibilità di esprimere le proprie preferenze elettorali esercitando un loro diritto e tuttavia essa presenta ancora delle lacune di cui alcuni di noi, me compreso, sono ben consapevoli da tempo". Convinto anch’egli della opportunità di una riforma del voto che "possa supplire alle lacune attualmente vigenti", Di Biagio ha riconosciuto che "la questione è delicata e richiede un serio approfondimento", ma, ha ricordato, "i punti di partenza per questo approfondimento ci sono già, sono contenuti in diverse proposte di legge depositate presso i due rami di questo Parlamento, si tratta di prenderle in mano e portarle avanti. Per questo – ha proseguito – con la mozione impegno il Governo ad avviare quanto prima un percorso di approfondimento e di modifica della legge Tremaglia, legge 27 dicembre 2001, n. 459, calendarizzando al più presto le proposte di legge già depositate alla Camera e al Senato".
Richiamando l’ultimo referendum, Di Biagio ha parlato di "alcune gravi difficoltà gestionali da parte delle strutture consolari legate forse a una deprecabile incuria nella gestione dei plichi e dei dati anagrafici tale da determinare l’invalidamento di alcuni voti e, cosa ancora più grave, è emerso che le liste dei consolati contenevano informazioni diverse rispetto alle liste ufficiali dell’AIRE presso i vari comuni italiani di provenienza". Una cosa "inaccettabile" perché "occorre evitare che le disfunzioni legate alla gestione del voto all’estero pregiudichino il raggiungimento dei quorum referendari in Italia". "Abbiamo problemi gestionali presso le anagrafi consolari e una totale assenza di controlli da parte degli enti ufficiali centrali, che richiedono che si avvii un’indagine per chiarire le ragioni e le responsabilità inerenti alle lacune e alle carenze evidenziate, il cui risultato è stata una mancanza di trasparenza nella gestione della questione del voto all’estero, una trasparenza e una correttezza delle dinamiche che al contrario devono essere assicurate ai nostri concittadini, perché contribuiscono e costituiscono garanzie di democrazia". Di Biagio ha denunciato "una disinformazione del Governo, unita ad una deprecabile superficialità manifestata nella gestione delle dinamiche di esercizio del diritto di voto. Parliamo di oltre tre milioni di aventi diritto. Vogliamo tutelare la conquista democratica operata dalla cosiddetta legge Tremaglia a favore di questi nostri cittadini e rendere loro più fruibile e trasparente la partecipazione alle consultazioni elettorali, per una trasparenza ed una correttezza che siano indice di una piena e democratica partecipazione dei cittadini all’esercizio del voto".
Rinviato ad altra seduta il dibattito e l’intervento del Governo.
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