Pier Ferdinando Casini, leader Udc, sarà a Buenos Aires questa domenica, 27 maggio, per un incontro con parte della comunità italiana residente in Argentina. Desidero ricordare che nel 2008 sono stato candidato con la mia lista, USEI, allora alleata con l’Udc, e in quella occasione il rappresentante di Casini, Gino Trematerra, mi aveva promesso che le spese che avremmo sostenuto ci sarebbero state rimborsate a seconda dei voti che avremmo preso. Ci sono documenti firmati che parlano chiaro. Ovviamente, nè Casini nè il suo partito ci hanno mai restituito un centesimo. Sono rimasti con i 250mila euro, provenienti dai nostri voti: siamo riusciti a raccogliere, infatti, ben 50mila voti. Di questi, oltre 30mila hanno espresso la preferenza per il sottoscritto, scrivendo Eugenio Sangregorio sulla scheda.
Non solo: l’Udc, grazie al nostro lavoro e al nostro impegno in campagna elettorale, ebbe l’occasione di crescere moltissimo in tutto il Sud America. Quello che desidero chiedere con forza a Pier Ferdinando Casini è quando ha intenzione di dare a noi, che abbiamo sostenuto la campagna elettorale del 2008 a favore dell’Udc, i soldi che ci spettano.
Proprio nei prossimi giorni Casini riceverà dallo stato italiano moltissimo denaro, frutto del rimborso elettorale, a cui l’Udc tiene in particolare. Sia chiaro: se il partito di Casini, come mi auguro, rispetterà i patti presi con l’USEI, è mia intenzione, insieme ai miei più stretti collaboratori, devolvere quel denaro – attraverso il Consolato italiano – ai connazionali indigenti, per fare del bene.
Non è più possibile continuare a fare politica in una maniera vecchia, superata: coloro che si occupano di politica non possono ricordarsi degli italiani nel mondo solo quando ci sono di mezzo i soldi. L’Udc ha dato la sua parola, ora la rispetti. Non abbiamo certo paura di dire le cose come stanno. Pier Ferdinando Casini o chi per lui si faccia avanti e regoli i conti. Noi siamo qui. Sanno dove trovarci.
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