Parla di veri e propri brogli Fabio Porta, deputato del Partito Democratico non riconfermato alle scorse elezioni politiche, avvenuti nel collegio nel quale era candidato, la ripartizione estera Sud America. Porta, dichiara in conferenza stampa a Montecitorio, ha presentato ricorso presso la Giunta per le elezioni, un esposto alla procura della Repubblica (insieme al collega Alberto Becchi) e una denuncia alla polizia di Buenos Aires a cui segnala le “anomalie” nello scrutinio dei voti.
Secondo Porta, le suddette anomalie avrebbero assegnato il seggio al partito di USEI (Unione Sudamericana Emigrati Italiani) sottraendolo al PD in cui Porta era candidato. Una questione non da poco, vista anche l’attuale formazione di Governo che ha portato a delicate trattative tra tutte le parti prima del suo avvio.
“Non voglio vendicare il torto subito e il seggio sottratto in maniera fraudolenta al Senato – dichiara Porta – ma avere all’estero un voto sicuro e pulito, in rispetto ai milioni di elettori che anche all’estero partecipano attivamente al processo democratico”.
Le presunte irregolarità riguarderebbero in particolare ben 30 sezioni elettorali di Buenos Aires, dove gli scrutini assegnerebbero a un singolo partito oltre il 90% delle preferenze, con punte del 99%. Numeri bulgari che lasciano pensare a un voto pilotato, senza contare i dubbi su moltissimi voti eseguiti con la medesima calligrafia.
Le tempistiche del ricorso presentato da Porta sembrano però piuttosto lunghe: la Giunta per le elezioni non si è ancora insediata e richiede tempi fino a 12 mesi per ottenere una sentenza, quelli della giustizia ordinaria sono invece da definire.
Il problema dei brogli del voto all’estero è piuttosto ampio. Oltre a denunce e famosi servizi televisivi, si evincono forti carenze strutturali del voto per corrispondenza che lasciano dubbi su tutte le votazioni all’estero, da cui arrivano notizie di continui brogli sin dal 2006.
Come ricorda Angelo Bernardini, responsabile italiani all’estero per Italia dei Valori, intervenuto in conferenza stampa, “l’intenzione del legislatore è stata stravolta” dichiara, suggerendo nuove formule per lo scrutinio: voto elettronico certificato o scrutinio nel seggio consolare, così da evitare edulcorazioni delle buste e dei sigilli durante il trasporto e la conservazione.
Angelo Di Pietro, candidato nella circoscrizione estero nel 2018 per Ansia, Oceania e Africa, denuncia gravi brogli nelle operazioni di scrutinio avvenuti direttamente a Castelnuovo di Porto, dove avviene la raccolta dei voti: “Una situazione allucinante – dichiara – con una totale assenza di sicurezza negli accessi, seggi lasciati incustoditi e quindi facili da manomettere, scarso controllo anche nella verifica dei sigilli. Ho fotografato tutto e inviato il materiale alla questura di Roma”.