Sono iniziate in tutto il mondo le procedure relative alle prossime elezioni dei Comites, la rappresentanza di base degli italiani all’estero. Nonostante la contrarietà di importanti forze politiche e del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero anche questa volta per votare sarà necessario registrarsi presso i consolati, con un sistema non semplicissimo che non favorisce certo il massimo della partecipazione.
La cosiddetta “inversione dell’opzione”, infatti, nata per dare maggiore serietà e trasparenza al voto per corrispondenza alleggerendolo degli alti costi per la sua implementazione, alla prova dei fatti e senza una capillare e adeguata campagna di informazione è divenuto un meccanismo che ha finito per favorire la manipolazione del voto da parte di gruppi in grado di veicolare le iscrizioni al registro degli elettori.
Per evitare questo rischio, e per provare a ridare dignità e legittimità a questo importante esercizio democratico, è allora necessario operare tutti gli sforzi possibili e immaginabili per consentire al massimo numero di elettori di votare per le prossime elezioni dei Comites. Si tratta della base del sistema di rappresentanza ed è evidente che una scarsa partecipazione rischierebbe di scuotere gravemente le sue fondamenta.
Da tempo è in atto un attacco ai tre livelli della nostra rappresentanza democratica (Comitati degli Italiani all’Estero, Consiglio Generale degli Italiani all’Estero, parlamentari eletti all’estero) e la recente riduzione del numero degli eletti in Parlamento ne è stato il segnale più evidente.
Dobbiamo anche ammettere che la qualità e il comportamento degli eletti all’estero non sempre è stata all’altezza della grande responsabilità a loro affidata e che tale immagine forse ha finito per indebolire, non solo agli occhi delle istituzioni italiane ma anche tra i loro stessi elettori, la compagine dei parlamentari che dovrebbero rappresentare i quasi sei milioni di cittadini italiani nel mondo.
I gravissimi brogli elettorali del 2008 e del 2018 avvenuti in Sudamerica hanno intaccato gravemente la fiducia degli elettori italiani all’estero sul sistema di voto e sulla stessa rappresentanza parlamentare ed è per questo semplice motivo che la prossima decisione della Giunta per le elezioni del Senato segnerà un importantissimo spartiacque tra la restituzione della credibilità a questo sistema e la resa incondizionata all’impunità e al ripetersi di tali reati.
Le prossime settimane, quindi, saranno decisive per il futuro del diritto-dovere degli italiani nel mondo di essere parte integrante della democrazia italiana.
Una partecipazione massiccia e consapevole alle elezioni dei Comites sarà il primo passaggio di questa sfida decisiva e delicata, ed è per questo che rivolgo un appello convinto a iscriversi al voto attraverso il portale FAST IT del vostro consolato di residenza o inviando, sempre al Consolato, l’apposito modulo con il documento di identità valido e corredato dalla firma dell’interessato. Entro e non oltre il prossimo 3 di novembre!
Per l’esito dell’inchiesta della magistratura sui brogli e la decisione del Parlamento italiano sulla contestazione dei seggi oggetto dei ricorsi è più difficile determinare o ipotizzare i tempi e i modi della loro conclusione.
Di una cosa però siamo certi: l’unica vera riforma del voto all’estero passerà dalla sanzione esemplare di coloro che si sono resi complici e hanno beneficiato della manomissione dell’espressione di voto di migliaia di persone oneste. In caso contrario, lo ripeto con grande amarezza, ci troveremmo di fronte all’ammissione di impotenza delle nostre autorità competenti di fronte a tali episodi con la conseguenza inevitabile dello screditamento di quel sistema che porterebbe all’eliminazione inevitabile e definitiva di tale importante conquista democratica, almeno così come l’abbiamo esercitato a partire dal 2006.
Prendiamo in mano il nostro futuro, quindi, partecipando attivamente alle prossime elezioni dei Comites ed esigendo una rapida conclusione delle indagini sui brogli: sono le uniche strade che porteranno ad un consolidamento della democrazia partecipativa tra gli italiani all’estero, nell’interesse di noi elettori e per il futuro dell’Italia nel mondo.