Domani a Roma, presso il Palazzo dei Congressi, al via gli Stati generali del Commercio con l’Estero. Il viceministro al Commercio Estero, Catia Polidori, fa la sintesi del significato dell’appuntamento: dalle imprese proposte, dalla politica azione, fatti concreti. "Gli imprenditori faranno la sintesi delle proposte, a noi della politica spetterà fare l’azione", spiega Polidori.
Il programma della due giorni prevede "per domani l’apertura dei lavori con una giornata politica, ma soprattutto internazionale, considerata la presenza del Commissario Europeo al Commercio Karel De Gucht e del presidente di turno del Consiglio dei ministri per il Commercio con l’Estero della Ue, Marcin Korolec. Interverranno inoltre i titolari dei ministeri che si occupano di commercio con l’estero, i ministri Frattini, Romani e Romano e naturalmente il presidente del Consiglio Berlusconi, che chiuderà la giornata. Domani sera – aggiunge il viceministro – si svolgerà poi una cena, strettamente di lavoro, nel corso della quale parleranno soprattutto i presidenti degli enti che si occupano di internazionalizzazione. La seconda giornata – prosegue Polidori – sarà quella che vedrà come protagonisti i mille e passa imprenditori che si sono iscritti agli Stati generali, i quali si divideranno in sei sale che corrispondono ad altrettanti tavoli di lavoro e che aggiungeranno al risultato del lavoro preparatorio realizzato in questi ultimi sei mesi le loro proposte da presentare alla politica. Dal momento che molte di queste proposte guardano all’Europa e si riferiscono ai dazi, chiuderà i lavori il Commissario Europeo per l’industria e l’imprenditoria, Antonio Tajani".
Al convegno interverranno "imprenditori al di sopra di ogni associazione di categoria e partito, il cui obiettivo è quello di dare una mano e che ci chiedono soprattutto tre cose: la presenza di un’agenzia in grado di accompagnarli all’estero, una nuova Ice più moderna, agile e meno burocratica; di riavere un ministero per il Commercio con l’estero così com’era stato nei precedenti 50 anni e di avere una non sovrapposizione di enti che si occupano di commercio con l’estero, dal momento che considerano inutile andare fuori dall’Italia e trovare nella stessa fiera, nella stessa località, il comune, la provincia, la regione, il governo o il ministero che si presentano separatamente".
L’Ice è pronto a tornare, quindi, ma appunto "più moderna". Nel dettaglio, l’Istituto per il commercio estero cancellato lo scorso luglio con la manovra, che probabilmente tornerà a nuova vita e forse sarà reintrodotto già nel prossimo decreto sviluppo, secondo quanto lascia intendere Polidori, dovrà essere "più snello, con meno burocrazia, moderno e proiettato al futuro". "Condivido che si sia riconosciuto il fatto che è stato compiuto un errore, dal momento che l’Ice non andava cancellato, ma riorganizzato".
Massimo Calearo, consigliere del premier per ciò che riguarda l’export, conferma: "Bene la riapertura dell’Ice, che è uno strumento fondamentale2. E poi: "Ci rendiamo conto che andare all’estero con un ministro al Commercio Estero e’ diverso da presentarsi con un sottosegretario o con un vice ministro. Per questo dobbiamo puntare ad avere un ministero, ne ho parlato piu’ volte con il presidente del Consiglio. Sarebbe a costo zero perche’ c’e’ gia’ la struttura".
Fra i politici che si occupano di italiani nel mondo e di Italia all’estero, dice la sua Raffaele Fantetti, senatore PdL, secondo il quale è necessario "valorizzare la rete delle Camere di Commercio Italiane all’estero per favorire la promozione del nostro Made in Italy". Si è espresso sull’operato del governo, in questo settore, anche Eugenio Marino, responsabile Pd all’estero: dal governo, dice, per il Commercio Estero solo tagli.
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