Roma – Prosegue il viaggio di ItaliaChiamaItalia tra gli indici di produttività dei deputati e senatori italiani. Dopo aver analizzato i dati di Openparlamento relativi agli esponenti di tutte le circoscrizioni, la nostra redazione ha preso in considerazione quelli degli eletti all’estero.
Quanto e come lavorano i rappresentanti delle quattro ripartizioni presenti nel mondo? L’andamento è, in realtà, ondivago e non uniforme, soprattutto se gli eletti all’estero vengono confrontati con i loro colleghi nominati in Italia. Nonostante alcune punte di eccellenza, con il forzista Guglielmo Picchi nella rosa dei primi dieci per produttività alla Camera, il senatore di Area Popolare Aldo Di Biagio tra i primi venti di Palazzo Madama e la democratica Laura Garavini con il primato delle presenze in aula, il novantatre per cento del totale, per scovare i parlamentari della circoscrizione estero bisogna spingersi un po’ più in fondo alla classifica.
Così, se tra i primi cento di Montecitorio troviamo solamente i già citati Picchi e Garavini e l’onorevole Fucsia Nissoli, per scovare gli altri bisogna spingersi più giù almeno di qualche decina di posizioni. La situazione non migliora in Senato dove, dopo Aldo Di Biagio, il primo eletto per produttività Claudio Zin si incontra solamente al 212esimo posto, fino ad arrivare al democratico Francesco Giacobbe che quasi chiude la classifica con il suo 277esimo posto su 324 senatori.
È da sottolineare, però, come l’indice di produttività elaborato da Openparlamento sia elaborato tenendo conto delle presenze al momento del voto, delle proposte di legge presentate e delle altre iniziative parlamentari sostenute. Tutto questo significa che un parlamentare che presenta numerose e frequenti proposte possa apparire molto produttivo, anche se poi queste pdl non si concretizzano in nessuna azione reale e rimangono carta buona per la polvere, mentre possono essere additati come meno produttivi quegli eletti che, invece, preferiscono presentare un numero inferiore di proposte ma finalizzate a uno scopo ben preciso.
Probabilmente, chi risiede oltreconfine si accontenterebbe di veder approvato anche un solo provvedimento utile e concreto in proprio favore, piuttosto che assistere a una sfrenata attività parlamentare destinata a non portare i doverosi frutti.
Gli eletti oltreconfine si differenziano poi dai loro colleghi votati in patria anche per il livello di fedeltà al gruppo. Come già annotato nella prima parte del nostro approfondimento, i parlamentari del Partito Democratico di questa legislatura tendono a votare quasi sempre in accordo con il proprio gruppo. Un’equazione che, però, non sembra valere per gli eletti all’estero se si considera che, a parte la fedelissima Laura Garavini che presenta solamente due voti ribelli, gli altri colleghi di partito non appaiono sempre in accordo con la maggioranza.
È il caso del senatore Fausto Longo con ben 580 voti ribelli. Una coincidenza curiosa sta poi nel fatto che i primi per produttività nei rispettivi rami del Parlamento, Guglielmo Picchi e Aldo Di Biagio, siano gli stessi che esprimono spesso e volentieri un voto contrario al proprio gruppo, 109 per il primo e 204 per il secondo.
Stando quindi ai parametri di Openparlamento, la classifica degli eletti all’estero di Montecitorio assegna la medaglia d’oro a Guglielmo Picchi, seguito da Laura Garavini e da Fucsia Nissoli. Al quarto posto Fabio Porta, Pd, e al quinto ancora il Pd con Francesca La Marca. Sesta è Renata Bueno del gruppo Misto, settimo Marco Fedi del Pd, seguito da Alessio Tacconi, gruppo misto, Mario Caruso, del gruppo Per l’Italia, il presidente Maie Ricardo Merlo, il democratico Gianni Farina e – ultimo – il deputato Maie Mario Borghese.
In Senato, invece, primo posto per Aldo Di Biagio seguito da Claudio Zin del Maie e, in ordine, i democratici Claudio Micheloni, Fausto Longo, Renato Turano e Francesco Giacobbe.
VOTI RIBELLI E PRODUTTIVITA’ ALLA CAMERA Analizzando i dati su presenze e voti ribelli per ogni ripartizione scopriamo che in America Meridionale, tranne Porta, tutti gli altri deputati non hanno mai espresso voti ribelli. Il democratico Fabio Porta presenta un indice di produttività pari a 120 ed è 113esimo su 630 deputati, conta quasi il 77 per cento delle presenze e 26 voti ribelli.
Viene poi Renata Bueno del gruppo Misto con una produttività di valore 71, 231esima su 630 deputati, seguita dai due deputati Maie Ricardo Merlo e Mario Borghese, rispettivamente 514esimo e 598esimo, con un indice di produttività che per il primo è di 27 e per il secondo di 13.
Renata Bueno ha accumulato una percentuale di assenze pari al 54.78 per cento, poco presente anche Mario Borghese con il 61.32 per cento delle assenze. Ricardo Merlo, invece, risulta in missione per l’80.36 per cento delle votazioni.
Passando all’America Settentrionale, la prima Fucsia Nissoli del gruppo Per l’Italia con un indice di produttività pari a 140, 92esima a Montecitorio, e un livello di presenze del 71.76 per cento. Dopo di lei troviamo la democratica Francesca La Marca, 129esima di 630 deputati, con un indice di produttività pari a 113 e il 61 per cento delle presenze. Da segnalare i voti ribelli dell’onorevole Nissoli, che ha espresso parere diverso dal gruppo in 86 occasioni.
L’unico eletto alla Camera per la ripartizione Asia, Africa, Antartide e Australia, Marco Fedi, ha un indice di produttività pari a 64 ed è 255esimo su 630 deputati. Nonostante un livello di produttività non elevato, Fedi vanta però un alto numero di presenze con il 75 per cento del totale.
Nella ripartizione Europa, infine, siede al primo posto Guglielmo Picchi che è addirittura settimo su 630 deputati, rientrando tra i primi dieci per produttività a Montecitorio con un indice pari a 497.5 nonostante le presenze in aula non siano molto elevate rispetto ad altri colleghi e si fermino al 56.81 per cento. Tocca all’azzurro Picchi, quindi, l’ingrato compito di riparare alla scarsa produttività espressa dai suoi colleghi di partito che, come abbiamo visto nella prima tappa di questo viaggio, collocano sempre Forza Italia in fondo alla classifica sia per presenze che per lavoro svolto. Da segnalare, inoltre, i voti ribelli espressi dall’onorevole Picchi, ben 109.
Di seguito troviamo la democratica Laura Garavini con un indice di produttività pari a 170, 71esima di Montecitorio, due voti ribelli e il 93 per cento delle presenze. Terzo Alessio Tacconi, ex Cinque stelle ora nel gruppo Misto, con un indice pari a 44.6, 366esimo alla Camera e il 72 per cento delle presenze. A Tacconi spetta il record dei voti ‘non-ribelli’, il deputato ha infatti votato solamente una volta in senso opposto al proprio gruppo.
Quarto e quinto Mario Caruso, del gruppo Per l’Italia, e Gianni Farina del Pd. Il primo presenta una produttività pari a 38, 415esimo a Montecitorio con 19 voti ribelli e il 53 per cento delle presenze. Il democratico Farina, invece, è 530esimo su 630 deputati, con un indice di produttività fermo al valore 25 nonostante vanti un’alta presenza, ben il 76 per cento delle sedute.
VOTI RIBELLI E PRODUTTIVITA’ AL SENATO Entrando a Palazzo Madama incontriamo al primo posto per l’America Meridionale il senatore Maie Claudio Zin che è 121esimo su 324 senatori e vanta un indice di produttività pari a 114 con il 72 per cento delle presenze. Segue il democratico Fausto Longo con un indice pari a 23, 283esimo in Senato nonostante l’elevata presenza, il 73 per cento delle sedute totali. Da segnalare che entrambi registrano un dato elevato per quanto riguarda l’espressione di voti ribelli, 416 il primo e 580 il secondo.
L’unico eletto in America Settentrionale, il democratico Renato Turano, con il 64 per cento delle presenze, presenta un indice di produttività pari al 22 ed è il 286esimo di Palazzo Madama. Il democratico eletto in Asia e Oceania, Francesco Giacobbe, vanta il 77 per cento delle presenze ma, per quanto riguarda la produttività, si ferma al 27 ed è 277esimo. Infine, i senatori europei risalgono la classifica con Aldo Di Biagio, del gruppo Area Popolare, che è addirittura 18esimo su 324 senatori con un indice di 312, l’87 per cento delle presenze e 204 voti ribelli, e il democratico Claudio Micheloni, 191esimo su 324 senatori, un indice di produttività pari a 65 e un totale di presenze del 74 per cento.
LA CLASSIFICA In conclusione, ecco dunque qui di seguito lo schema della classifica:
CAMERA
1 Guglielmo Picchi
2 Laura Garavini
3 Fucsia Nissoli
4 Fabio Porta
5 Francesca La Marca
6 Renata Bueno
7 Marco Fedi
8 Alessio Tacconi
9 Mario Caruso
10 Ricardo Merlo
11 Gianni Farina
12 Mario Borghese
SENATO
1 Aldo Di Biagio
2 Claudio Zin
3 Claudio Micheloni
4 Fausto Longo
5 Renato Turano
6 Francesco Giacobbe
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