C’è una “responsabilità politica di chi volle questa proroga e non il rinnovo naturale che oggi si rivela in tutta la sua comicità da una parte e il suo dramma dall’altra”. Così il deputato del Pd eletto all’estero Franco Narducci, Vicepresidente Commissione esteri della Camera, parlando del rinvio delle elezioni di Comites e Cgie durante la trasmissione Linea Mondo – Italiani nel mondo chiamano Roma andata in onda ieri su Youdem. Nel decreto legge sulla questione, aggiunge Narducci, è stata fissata come data ultima il 31 dicembre per “provvedere al rinnovo” degli organismi di rappresentanza degli italiani all’estero. Ma, ha aggiunto il parlamentare eletto all’estero, “c’è un dato preoccupante: questo Paese distratto ha perso la memoria di questo patrimonio, del contributo che questi cittadini all’estero danno all’Italia”. Ad esempio in Svizzera, dove vive una comunità italiana molto vasta, ha ricordato Narducci, “abbiamo un interscambio con l’Italia superiore a quello che abbiamo con la Russia. Parliamo di due miliardi. Ci sarà un contributo importante anche da parte dei cittadini che vivono all’estero”. Sulla stessa scia anche Elio Carozza, Segretario generale del Cgie. “C’è un attacco totale alla rappresentanza degli italiani all’estero, compresa quella parlamentare – ha detto Carozza – Comites, Cgie e parlamentari eletti all’estero sono un tutt’uno: attaccando Comites e Cgie si attacca tutta la rappresentanza degli italiani nel mondo”, ha detto ancora Carozza secondo cui il mondo dell’emigrazione ha scontato “tre anni di pena con il vecchio governo Berlusconi e con il sottosegretario Mantica ed è vero pure – ha aggiunto – che c’è stato un inciucio di qualche eletto all’estero per lasciare Comites e Cgie in una zona di limbo in attesa che morissero da soli”. Secondo il segretario generale, questa scelta è ancora più assurda ora che è in atto “un attacco frontale alla casta e agli sprechi”, quando sia Cgie che Comites sono portati avanti da gente che fa questo lavoro senza percepire stipendio: “Si difende la casta – ha accusato Carozza – e non chi opera volontariamente”. In studio anche Giuseppe Firrarello, Presidente Comitato italiani nel mondo del Senato (Pdl). “Probabilmente il ministro Giarda non ha avuto il tempo di approfondire bene il problema – ha sottolineato il senatore – perché per il rinnovo della rappresentanza c’è un costo reale di 6-7 milioni e non di 20. Una somma ragionevole e facilmente recuperabile”. “In nessun Paese del mondo si direbbe: le elezioni non le facciamo più perché non ci sono soldi. Eppure in Italia accade questo. Comites e Cgie sono regolati da leggi dello Stato, hanno una scadenza e non si può pensare di prorogarli ancora”, il pensiero di Gianluigi Ferretti, direttore de L’Italiano. Duro anche il commento di Paolo Da Costa, presidente del Comites di Zurigo: “Il problema non è legato ai soldi. Non può e non deve essere una questione finanziaria. Il rinnovo dei Comites e del Cgie riguarda la democrazia. Quei soldi, se sono necessari, vanno subito trovati”.
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