Dopo una lunga gestazione, sono stati finalmente nominati i nuovi sottosegretari del governo “tecnico” di Monti e, tra essi, quelli al Ministero degli Esteri. Sono due, e sono personaggi del tutto particolari.
Una è la signora Marta Dassù, che in gioventù è stata membro del comitato centrale del Partito Comunista Italiano e che poi, passando da un internazionalismo ad un altro, è diventata dirigente della filiale italiana di una delle principali associazioni “riservate” d’impronta liberal-mondialista, l’Aspen (che è una località di turismo invernale nordamericana) Institute; recentemente, è stata anche ammessa nel superiore “club” mondialista, la “Commissione Trilaterale”.
L’altro sottosegretario è ancor più speciale, essendo Staffan de Mistura uno svedese naturalizzato italiano il quale ha vissuto tutta la sua vita politica all’interno dell’ONU e delle sue istituzioni parallele.
Non vogliamo soffermarci ulteriormente sulla ormai chiarissima impronta “mondialista” di questo governo, basato su banchieri ed esponenti di riservatissimi “club”, quali appunto la Commissione Trilaterale, il Club Bilderberg e l’Aspen Institute: questo è un problema che lasciamo risolvere a chi ha ancora una visione popolare e democratica delle istituzioni politiche. Facciamo però presente che uno di questi due sottosegretari dovrà necessariamente avere la delega per gli Italiani all’Estero, ed al momento non ci sono indicazioni al riguardo. Tuttavia ci domandiamo quale esperienza e quale conoscenza delle comunità italiane all’estero e dei loro problemi abbiano questi personaggi.
E’ certamente vero che essi hanno visitato molti Paesi al mondo: ma riteniamo che più che vivere in mezzo alla gente ed alle nostre comunità, siano stati abituati a passare, nel corso dei loro molteplici spostamenti, da un aeroporto internazionale ad un altro e da un albergo a cinque stelle ad un altro.
Pensavamo che, trattandosi di un “governo tecnico”, per i problemi dell’emigrazione fosse stata nominata una persona proveniente da quel mondo, da qualche associazione (non c’interessa di quale orientamento politico fosse), analogamente a quanto è stato fatto per l’immigrazione con Riccardi della “Comunità Sant’Egidio”. E invece… evidentemente, era questa l’attenzione che il presidente del consiglio Monti ha per gli Italiani all’Estero, come aveva dichiarato alla Camera.
Sarà ora necessario che il Comitato di presidenza del CGIE si affretti ad elaborare un ampio documento (magari tradotto in inglese, lingua meglio compresa in certi ambienti…) in cui siano indicate tutte le problematiche – istituzionali, giuridiche, finanziarie, sociali, previdenziali, sanitarie – relative ai problemi degli Italiani all’Estero in modo che il sottosegretario che avrà la delega sappia con precisione con che cosa avrà a che fare. Non vorremmo rimpiangere i precedenti sottosegretari…
*Consigliere Cgie
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