L’Ospedale Italiano di Buenos Aires ha inaugurato il nuovo Istituto di Medicina Cardiovascolare all’interno della sua struttura, una iniziativa che ha presentato alla stampa la settimana scorsa.
Il nuovo Istituto raggruppa nello stesso spazio fisico i servizi di Cardiologia, di Emodinamica e di Cardiologia Interventista e Chirurgia Cardiovascolare, lavorando insieme e producendo notevoli sinergie.
In questo nuovo blocco interdisciplinare quindi, convergono tre servizi che hanno alle spalle oltre mezzo secolo di intensa attività e di grandi successi. La presentazione della nuova struttura, è servita anche per consentire ai presenti di guardare il futuro della medicina in questo settore. Un futuro che fino a pochi anni fa poteva solo essere guardato nei film di fantascienza, che oggi si sta avverando e che in pochi anni si sarà tradotto in completa realtà. La cerimonia di presentazione è stata aperta dal presidente dell’Ospedale Italiano di Buenos Aires ing. Franco Livini, alla presenza dei suoi colleghi del Direttivo, del Direttore medico dell’Ospedale dott. Atilio Migues e di numerosi medici dell’Ospedale. Tra i presenti, anche due grandi medici dell’Ospedale Italiano: l’ex direttore medico prof. Francisco Loyudice e l’ex direttore del servizio di Chirugia Cardiovascolare l’eminente cardiologo Domingo Liotta. L’ing. Livini ha ricordato la chiaroveggenza dei fondatori dell’Ospedale Italiano, che già nei suoi inizi, nel 1853, oltre che all’assistenza, vollero che il nuovo ospedale facesse docenza e ricerca.
Livini ha sottolineato che il nuovo Istituto, è frutto di un’esperienza di 58 anni nel campo della medicina cardiovascolare nell’Ospedale Italiano, che ha prodotto successi nella ricerca e nelle sue applicazioni. Con la nuova struttura oltre a nuovi sviluppi nel campo della medicina cardiovascolare, l’Ospedale Italiano raggiunge, anche in questo settore, una posizione di assoluto rilievo. Accompagnavano il presidente Livini e il direttore Migues, il dott. Roberto Batellini – capo del servizio di Chirurgia Cardiovascolare; il dott. Arturo Cagide, capo dell’Istituto di Medicina Cardiovascolare; e il dott. Daniel Berrocal – capo del servizio di Emodinamica e Cardiologia Interventista, i quali si sono alternati nel spiegare differenti aspetti del nuovo Istituto, le sinergie e potenzialità che potrà far scaturire la nuova struttura, e il trattamento integrale e interdisciplinare che beneficierà i pazienti cardiaci.
Infatti, il nuovo blocco interdisciplinare, assiste pazienti con diverse patologie del cuore ed offre assistenza per la loro prevenzione nelle nuove sale con impianti ed equipaggiamenti tecnologici di ultima generazione, con un gruppo di professionisti altamente qualificati e di ampia esperienza. Il completo equipaggiamento tecnologico dell’Istituto di Medicina Cardiovascolare è costituito, tra l’altro, da un simulatore di intervento endovascolare, da un angiografo 3D, da un laboratorio di immagini multiple, da una sala ibrida, da un tomografo da 64 piste e PET, dal Robot da Vinci e da un laboratorio angiografico sperimentale. Tra le attività dell’IMC, c’è il t rattamento delle persone affette da malattie coronariche, attraverso procedute endovascolari, chirurgie convenzionali e mini-invasive, l’assistenza a pazienti con insufficienze cardiache o con patologie vascolari periferiche. Il nuovo Istituto dell’Ospedale Italiano spicca nel Sudamerica per il suo sistema di chirurgia robotica, con minime percentuali di infezioni e attraverso incisioni di pochi centimetri. Inoltre l’IMC offre assistenza nella prevenzione di malattie cardiache.
Il dott. Cagide, tra l’altro, ha voluto sottolineare l’importanza che ha una struttura come quella dell’Ospedale Italiano, nella quale si inserisce l’Istituto di Medicina Cardiovascolare, per la possibilità di interagire con gli altri reparti dell’Ospedale, per l’immediatezza con cui possono essere derivati i pazienti (il che, in campo cardiologico, può essere determinante), per la disponibilità della nuova struttura verso l’ampia rete di sedi distaccate dell’Ospedale, sia nella città di Buenos Aires che nei dintorni. Il prestigio dell’Ospedale Italiano di Buenos Aires, riconosciuto non solo in Argentina ma anche all’estero, è stato costruito lungo i suoi 158 anni di vita.
E’ costituito dalla sede centrale, l’ospedale di alta complessità, che si trova nel rione di Almagro e dall’Ospedale Agostino Rocca, nella vicina località di San Justo, di media complessità e da 23 sedi, centri ambulatori e altri 150 ambulatori convenzionati. Ogni anno, fa 2,5 milioni di visite mediche, 40mila ricoveri nei suoi 750 letti (di cui 200 per cure intensive) e 600 letti per medicina ambulatoria. Impressionanti anche i numeri dell’Istituto di Medicina Cardiovascolare dell’Ospedale Italiano: 81mila visite mediche all’anno, 1.200 chirurgie cardiovascolari, 3.500 egressi dall’Unità di Cure intensive cardiologiche, 2.500 procedure di interventi cardiovascolari di altro tipo. Del nuovo Istituto fanno parte 117 medici, 87 infermieri, 36 paramedici e 26 amministrativi. Un’equipe che – come hanno sottolineato i responsabili dell’IMC – lavora proprio come un team, ognuno consapevole dell’importanza che ha il proprio contributo nella buona riuscita della missione dell’IMC.
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