Claudio Micheloni, senatore Pd eletto nella ripartizione estera Europa e residente in Svizzera, è stato intervistato da "La Voce", quotidiano italiano edito a Caracas. Diversi i temi affrontati: la manovra, il voto all’estero e la legge sui Comites e il Cgie.
Parlando di manovra economica e tagli, Micheloni osserva come la Farnesina tagli "sempre su due capitoli: quello relativo alle politiche di cooperazione allo sviluppo" e quello che interessa “gli italiani all’estero. Tutto il resto, le spese di funzionamento del ministero, non subisce alterazioni. Noi vorremmo evitare che si ripeta questa politica del ministero degli Affari Esteri. Ed in questo senso, mi ricollego ad una iniziativa che stiamo portando avanti in Senato ed alla quale ha aderito anche la Camera: la realizzazione di una indagine conoscitiva sul finanziamento e utilizzo dei fondi del ministero". All’interno del Partito Democratico siamo convinti, dice il senatore, che “ci sono altri capitoli di spesa su cui risparmiare e non solo quello relativo agli italiani all’estero”.
Per Micheloni quella del governo "è una manovra recessiva. Sulla crescita, ora, ci dovrebbero essere i decreti di riforma fiscale. Ma ritengo che i mercati non si fidino". "C’è bisogno di ripensare il Paese. L’Italia non ce l’ha con gli italiani all’estero; ce l’ha con gli italiani". Spiega che “molto dei rapporti tra gli italiani all’estero e l’Italia è il prodotto non solo delle scelte politiche di chi governa il paese ma soprattutto di quelle amministrative fatte dal ministero”.
Parlando di Comites e Cgie, "è un momento molto delicato. Il governo, per problemi suoi, ha decretato il rinvio delle elezioni. Ci siamo opposti, senza purtroppo riuscire ad evitarlo. Così, nel Senato ne abbiamo approfittato per lavorare moltissimo". La nuova Legge su Comites e Cgie votata al Senato “è perfettibile e ad ottobre verrà discussa alla Camera. Dopo pochi giorni e con le modifiche che le verranno fatte, potrà essere approvata”. Ed allora, “non ci sarebbero più ostacoli per il rinnovo delle cariche”. Secondo il senatore eletto all’estero "esistono le condizioni per avere una nuova legge entro novembre".
Voto all’estero: "La riforma dell’esercizio del voto è stata incardinata da una decina di giorni. Sono stati presentati tantissimi disegni di legge che hanno molti punti in comune. In questi giorni, al di lá di quello che verrà proposto nella riforma costituzionale, e non credo che questa sia possibile nell’attuale legislatura, maggioranza e opposizione faremo un lavoro congiunto per migliorare e mettere in sicurezza il voto degli italiani all’estero. Come? Ad esempio, modificando il certificato elettorale". "Lo faremo creando i ‘Comitati Elettorali’ presso ogni consolato, in modo tale che non sia più il Console o l’autorità diplomatica a gestire in modo autonomo e senza alcun controllo il processo elettorale. Sappiamo bene, in Venezuela in particolare, cosa vuol dire la manipolazione delle schede elettorali. Siamo sicuri che con tre o quattro provvedimenti come questi si riuscirà ad ottenere una trasparenza ed una sicurezza imparagonabili con quelle che hanno caratterizzato i processi precedenti".
Il senatore Micheloni, comunque, non si fa illusioni. E’ cosciente che una riforma profonda che preveda, ad esempio, “la creazione dell’elenco degli elettori presso i consolati, richiederà tempo”. Quindi, “non sarà possibile realizzarla prima della fine di questa legislatura”. Anche così, è convinto che “vi sono provvedimenti che potranno essere presi d’immediato” per “migliorare l’esercizio del voto per corrispondenza”. Ad esempio, il certificato elettorale che dovrà essere sottoscritto dall’elettore; o la fotocopia di un documento dell’elettore da allegare nel plico e e così via dicendo.
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