"Si è aperta in questi giorni una polemica dopo che sono state anticipate alcune parti della riforma costituzionale pensata e proposta dal Ministro Calderoli, che tra le altre aberrazioni, prevederebbe l’eliminazione della Circoscrizione estero. Cioè stiamo parlando dell’esclusione dal diritto di voto, conquistato dopo anni di battaglie, da milioni di cittadini italiani residenti all’estero". E’ quanto scrive in una nota l’On. Ricardo Merlo, fondatore e presidente del Maie. Dobbiamo precisare, tuttavia: la soppressione della Circoscrizione estero NON vuol dire l’eliminazione del voto all’estero. Gli italiani nel mondo potranno comunque continuare ad esprimere il proprio voto, in un modo o nell’altro.
"Tutti pensiamo che sia necessario, e non più procrastinabile, un serio intervento di riduzione dei costi della politica, ma credo che, data l’importanza del momento e la serietà dell’argomento, per lo meno si dovrebbe cercare di evitare la demagogia di certe dichiarazioni estremistiche, e soprattutto scegliere, come estensore di una proposta di una tale riforma fondamentale per il futuro del Paese, una persona più credibile del Ministro leghista. Cerchiamo di ricordare chi è l’on.Calderoli, Ministro della Semplificazione Normativa ed esponente di spicco della Lega Nord.
Calderoli è un personaggio che si è messo in evidenza per aver sostenuto che alcune etnie hanno una maggiore propensione a delinquere (Matrix, giugno 2008). E per aver indossato, e mostrato pubblicamente, per giorni una maglietta offensiva per l’Islam, scatenando manifestazioni di protesta contro il Consolato italiano a Bengasi (16/02/06), conclusesi con un bilancio di 11 morti. Infine, Calderoli è noto per essere stato l’autore della legge elettorale, n. 270/2005 cd. “porcellum”, attualmente in vigore, definita dallo stesso Ministro in un’intervista, «una porcata». In questo momento di crisi, questo Ministro del governo Berlusconi presenta una proposta assurda, fuori tempo (un argomento del genere si dovrebbe dibattere all’inizio della legislatura) che non affronta il vero problema dei costi della politica – come per esempio l’abolizione delle 110 Province italiane, ognuna delle quali ha una propria legislatura locale, una burocrazia ed una struttura costosissima, centinaia di auto blu, edifici, uffici ecc. ecc. (tutti costi che sono moltiplicati per 110). E’ evidente che la Lega non intende toccare questa classe politica locale giacché essa è parte della sua stessa "clientela" politica. Ma ci chiediamo anche chi può davvero credere che i parlamentari della maggioranza voterebbero il proprio suicidio politico, giunti quasi al termine della legislatura? Chi può pensare che con questo clima politico si riesca a realizzare una riforma Costituzionale? Chi può pensare che ci siano realmente i tempi tecnici per una riforma del genere, mancando solo poco più di un anno alla fine naturale della legislatura?".
"Evidentemente – continua Merlo – siamo davanti ad una situazione politica molto confusa. La maggioranza, che sta perdendo il consenso in tutta Italia e all’estero, non sa veramente cosa fare per fermare questo declino. Il premier soffre del discredito internazionale e della perdita di autorevolezza politica, anche all’interno della sua stessa coalizione; cose che rendono sempre più difficile la governabilità dell’Italia in un momento in cui, più che mai, abbiamo bisogno di autorevolezza, prestigio e sobrietà da parte di chi guida il nostro Paese. Il governo, con il suo Ministro dell’economia in testa, non ha nessuna proposta concreta per risolvere quello che, secondo noi, è il principale problema dell’Italia d’oggi: la crescita economica. Da quando si è insediato abbiamo visto solo leggi finanziarie e manovre che fanno tagli lineari, strumenti che colpiscono direttamente la crescita economica. Creatività = zero. Questa maggioranza confonde strumenti con obiettivi strategici perché non capisce che il pareggio di bilancio è solo uno strumento, non un obiettivo, e nemmeno la soluzione di tutti i problemi".
"Veramente, oggi, siamo in una situazione tale che ci fa pensare che solo un Governo di Unità Nazionale o le elezioni anticipate siano l’unica via d’uscita. E questo lo diciamo con amarezza perché continuiamo a credere che un governo eletto dal popolo debba finire il suo mandato naturale: ma davanti a questo scenario politico-economico ed istituzionale – conclude il deputato Maie – la situazione diventa ogni volta più insostenibile".
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