Nel corso dell’assemblea plenaria del CGIE presso il Ministero degli Affari Esteri, il presidente del MAIE On. Ricardo Merlo ha presentato una relazione con osservazioni e proposte del MAIE sui temi più caldi relativi alla collettività residente all’estero. Ricordando il tema della necessità del rinnovo di Comites e CGIE, “organismi indispensabili” ma esautorati dai continui rinvii delle elezioni, l’on. Ricardo Merlo ha sottolineato la necessità di rinnovamento con le nuove elezioni che si devono senz’altro svolgere entro fine marzo del 2014.
“In merito alla questione della riforma del voto all’estero – ha aggiunto il presidente Merlo – il MAIE è convinto che sia necessario cambiarne la metodologia, come abbiamo sostenuto anche negli 8 punti programmatici presentati, all’inizio della legislatura al premier Letta. Sarebbe opportuna l’inversione dell’opzione per l’esercizio del diritto di voto, con la possibilità anche di votare presso le strutture diplomatiche più vicine”.
Sempre sulla riforma elettorale, Ricardo Merlo ha dichiarato : “Da qualche tempo sento parlare – con una certa dose di pessimismo da parte di qualche collega legislatore – della possibilità di eliminazione della circoscrizione estero. Ma mai della eliminazione del voto dei cittadini residenti all’estero.
Vogliono eliminare la circoscrizione estero? Facciano pure, anzi, personalmente, mi ritengo piuttosto ottimista al riguardo. Lo facciano, eliminino la circoscrizione estero: così, costituendo noi italiani residenti all’estero il 10% dell’elettorato complessivo avremo diritto ad una più ampia e giusta rappresentanza in Parlamento, e il MAIE certamente avrà più eletti”.
Infine, passando ad altro argomento, non meno importante, per la collettività residente in Sudamerica, e in particolare in Argentina e Venezuela: “Al Vice Ministro Archi – ha detto Merlo – ho presentato anche la proposta MAIE del pagamento delle pensioni italiane in Venezuela e Argentina direttamente in euro presso i consolati. Una proposta che poggia sulla necessità di far giungere ai nostri anziani le pensioni nella valuta con cui sono stati pagati i relativi contributi e con cui l’INPS le corrisponde: in questo modo si impedirebbe la svalutazione delle pensioni ad opera di politiche governative locali che impongono il pagamento delle pensioni in valuta locale, addebitando il costo del cambio in un prezzo "ufficiale" lontano da quello reale di mercato e che fa perdere ai nostri connazionali più del 50% del potere d acquisto in Argentina e molto di più ancora in Venezuela.
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