Ho l’impressione che gli eletti all’estero del Partito Democratico stiano alzando un po’ troppo il gomito in questi giorni. Altrimenti, certe loro uscite pubbliche si spiegherebbero a fatica. Sì, deve esserci una buona ragione per spiegare alcune loro dichiarazioni. Come quelle di Marco Fedi, residente in Australia, che ha detto di recente che per i connazionali residenti all’estero la discriminazione che essi tuttora subiscono per quanto riguarda l’Imu non rappresenta una questione prioritaria. Ma io mi domando e dico, dove vive Fedi?
Oppure il botta e risposta a distanza, a suon di comunicati, fra Gianni Farina, residente in Svizzera, e Laura Garavini, che vive in Germania. Secondo il primo, la Farnesina starebbe mettendo in atto un piano teso a diminuire e depotenziare i Comites per poter fare sopravvivere quel carrozzone chiamato CGIE (lo stesso ha spiegato Fedi in una intervista a ItaliaChiamaItalia); Garavini, invece, sostiene che stia accadendo l’esatto contrario, ovvero che i Comites non verranno “indeboliti”, ma ad essere toccato sarà il CGIE: sarà inferiore il numero dei consiglieri, tagliato di un terzo il numero di quelli di nomina governativa, meno spese e meno soldi in tasca ai membri del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero. Insomma, per l’eletta in Europa verranno messe in atto “misure di buon senso, capaci di sortire risparmi, senza intaccare la funzionalità del CGIE e senza penalizzare i Comites”. Botte piena e moglie ubriaca: un miracolo.
Laura la rossa (non di capelli, ma di casacca politica) fa di più. Verga una nota nella quale si spinge a dire che “l’attuale Governo, nonostante la grave crisi economico finanziaria che si trova a dovere affrontare, è attento alle nostre comunità nel mondo”. Roba da pazzi.
Qualcuno ricordi a Garavini che il ministro degli Esteri Federica Mogherini ha firmato un paio di settimane fa il decreto di chiusura per quattro ambasciate italiane (decreto approvato dal Consiglio dei ministri) e nelle prossime settimane altre sedi diplomatiche chiuderanno i battenti. La stessa cosa accadrà a consolati e Istituti di cultura.
Già che c’è, quel qualcuno informi Garavini (ma lei lo sa bene, ah se lo sa!) che la questione Imu che riguarda gli italiani nel mondo è ancora tutta lì, sul tappeto, al di là dal risolversi in tempi brevi. Così, mentre la politica delle chiacchiere a Roma contagia sempre più politici (e quelli del Pd evidentemente non hanno alcun vaccino per difendersi da questa malattia), gli italiani all’estero continuano a pagare la propria prima casa in Italia un botto di quattrini, come se fosse la loro seconda abitazione in Patria.
Insomma, la sintesi è questa: non solo gli eletti all’estero del Pd non riescono a ottenere risposte dal loro stesso esecutivo, che li ignora completamente e che sta massacrando i connazionali residenti oltre confine; non solo si rendono protagonisti di informazioni contraddittorie e falsate, alimentando la confusione nella testa degli italiani nel mondo; ma addirittura litigano fra loro e si smentiscono a vicenda. Eh sì, deve essere il vino… Rosso, ovviamente. Come loro.
Discussione su questo articolo