Mario Giro, sottosegretario agli Esteri, intervenuto ad un convegno sulla promozione del made in Italy dell’Italia oltre confine, iniziativa organizzata dal Comitato per gli Italiani nel mondo alla Camera, ha detto: “Da parte dell’amministrazione pubblica c’è bisogno di fare uno sforzo per una nuova cultura organizzativa e per mettersi in sintonia con un nuovo mondo".
"Serve una mentalità diversa che produca un’organizzazione diversa", oggi "non c’è un sistema che possa aiutare le imprese italiane all’estero o le nostre comunità. Quello che in questi anni è mancato – ha continuato Giro -, malgrado l’impegno messo da alcuni, è stata proprio una politica verso gli italo discendenti, che sono 80 milioni, la seconda diaspora mondiale".
Giro ha ricordato che “da poco tempo abbiamo costituito la ‘cabina di regia’”, co-presieduta dal ministro degli Affari Esteri e quello dello Sviluppo Economico, per coordinare le politiche in tema di internazionalizzazione di istituzioni pubbliche e private, un’iniziativa "importante, ma per la quale è arrivato il momento di deciderne la governance: ognuno vuole avere il suo pezzettino di potere e questo non va bene".
Secondo il sottosegretario “non può affidarsi tutto all’iniziativa dei singoli, ma ci deve essere un sistema che funziona a regime" e "il Mae deve diventare la rete su cui passano i contenuti di tutti e migliorare la sua capacità attraverso contributi e persone che vengono da altri mondi". "C’è bisogno di un cambio culturale, dobbiamo accettare che se un fondo o un’azienda esteri vengono a investire da noi questo è un ‘più’ per il nostro Paese".
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