“Il cinema come mezzo di conoscenza fra culture diverse e lontane. Il cinema come opportunità di istaurare rapporti ed esportare il made in Italy nel mondo”. Lo ha detto il Senatore del Pd eletto all’estero Francesco Giacobbe ieri in aula nel suo intervento per dichiarare il voto favorevole del Partito democratico sulla ratifica ed esecuzione di due accordi in materia di coproduzione cinematografica, uno tra il Governo italiano e quello Serbo, l’altro fra il governo italiano e quello Giapponese.
“Nel caso della Serbia – ha spiegato Giacobbe – La rideterminazione di significato e percentuali che definiscano la coproduzione di materiale audiovisivo era doverosa per rispondere alle esigenze contemporanee del mercato, ma anche per sviluppare nuove tutele per le imprese e i lavoratori del settore in modo che questi vedano tutelati sempre i propri diritti di nazioni comunitarie anche in Paesi che come la Serbia ancora non fanno parte della Comunità Europea.
Inoltre, implementare i rapporti bilaterali con un Paese membro della commissione INCE, di cui sono membro, va nella giusta direzione proprio perché attraverso questo organismo internazionale, l’Italia cerca di dare il proprio contributo affinché nazioni come la Serbia riescano a raggiungere requisiti e standard richiesti per l’ingresso nella nostra comunità europea”.
Mentre per ciò che riguarda il Giappone, il senatore ha voluto sottolineare l’importanza che questi accordi hanno anche per “la nostra comunità che vive nel Paese del Sol Levante”, e che “Nonostante distanze geografiche e culturali, i nostri Paesi sono vicini e collaborativi. Non possiamo dimenticare come in ambiti come la cucina lo scambio Italia-Giappone sia alquanto comune per la formazione di chef di rango. E come la cucina favorisce lo scambio interculturale, così il cinema può essere uno strumento utile per ampliare la nostra reciproca conoscenza”.
Il senatore del Pd eletto nella circoscrizione Africa-Asia-Oceania-Antartide ha poi concluso sottolineando che “il nostro Paese deve sempre essere animato da uno spirito di collaborazione fattiva con Paesi terzi, e che anche attraverso accordi che possono sembrare marginali, “si può contribuire all’esportazione progressiva del Made in Italy nel mondo”.