“Malgrado le iniziative di protesta convocate dal Comites di Buenos Aires, dalla Fediba, dalla Feditalia con l’adesione di numerose associazioni e federazioni, i contatti diplomatici con il Governo argentino, le manifestazioni di solidarietà di tutti i Comites dell’Argentina e l’Ordine del Giorno votato al CGIE, sabato scorso, è stato messo in atto a sorpresa, un intervento di rimozione della statua di Cristoforo Colombo. Nemmeno i ricorsi giurisdizionali, promossi dalla Fediba presieduta dall’Avv. Dario Signorini e accolti dalla Magistratura che ordinavano la sospensione del trasferimento, hanno ancora cambiato la decisione. Anche se il responsabile dell’intervento di rimozione, ing. Juan Arriegue, ha precisato ai media locali che l’obiettivo della stessa è sottoporre la statua a un restauro: «Non vogliamo trasferirla in un altro posto ma restaurarla, visto che diversi rapporti hanno confermato la possibilità di crolli», il futuro della statua resta ancora un interrogativo”. Così Mariano Gazzola, consigliere CGIE Argentina, che prosegue: “Ma se la nostra comunità non riesce a fermare un’idea così folle come quella di spostare a più di 400 km questo monumento, forse la colpa non è solo del Governo argentino ma anche di qualche dirigente italiano che non si è mostrato coerente nella difesa del nostro monumento, rendendosi in un certo senso complice di questa decisione”.
“Non sfugge infatti l’ambiguità di certi comportamenti e di certe dichiarazioni di alcuni dirigenti della collettività italiana. Ad esempio, quelli dell’ex candidato del PD al Senato, Francisco Nardelli, e di Luigi Pallaro, rispettivamente Vice Presidente e Presidente di Feditalia. Anche se, qualche giorno fa, nel corso dell’Assemblea Plenaria del CGIE a Roma, come consigliere, Francisco Nardelli ha votato a favore dell’Ordine del Giorno con il quale il CGIE manifesta solidarietà con la comunità italiana d’Argentina e chiede che il Monumento “rimanga a Buenos Aires”, in realtà, solo pochi giorni prima, nella riunione del 13 giugno delle Associazioni e Federazioni Italiane con il Governo, come Vicepresidente di Feditalia, lo stesso Nardelli aveva comunicato al governo Argentino il proprio consenso all’iniziativa di portare il monumento a Mar del Plata. La posizione della Feditalia appare ancora più chiara leggendo il comunicato ufficiale diramato il giorno successivo, che conclude: “Fue el Presidente Pallaro el encargado de cerrar los discursos reconociendo que los regalos una vez entregados pertenecen a quienes lo reciben, y que disponen de la potestad de hacer lo que quieran con ellos” (Trad: Fu il Presidente Pallaro, incaricato di chiudere gli interventi, a riconoscere che i regali appartengono a chi li riceve, che ha la facoltà di disporne come meglio crede)
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