Che sia bella è qualcosa di evidente: il suo volto, il suo sguardo, noi italiani residenti all’estero abbiamo imparato a conoscerlo bene, negli anni, attraverso Rai International. Ma Francesca Alderisi è molto più di un bel sorriso e un paio d’occhi verdi che brillano: il fatto di essersi occupata per anni, attraverso la trasmissione “Sportello Italia”, di italiani all’estero e di tutti i temi che riguardano il mondo dell’emigrazione, fa di lei una donna preparata quando si parla di italiani nel mondo, attenta e sensibile alle loro esigenze, generosa con i connazionali ovunque essi siano.
Pensate: quando Rai International ha chiuso i battenti, Francesca ha deciso di non stare ferma con le mani in mano, ma ha fatto le valige e ha approfittato per andare a trovare i “suoi” telespettatori nelle Americhe e in Australia. Tutto a proprie spese. Se non è amore questo per gli italiani residenti oltre confine, ditemi voi cos’è. Francesca ama così tanto le comunità italiane nel mondo, che ha persino deciso di entrare nella grande famiglia del MAIE, il Movimento Associativo Italiani all’Estero dell’On. Ricardo Merlo: un movimento mondiale, lontano dalle vecchie logiche di partito, in difesa degli interessi dei connazionali.
E’ di pochi giorni fa l’inaugurazione del Giardino Italiani nel Mondo a Roma, un’iniziativa che prende vita anche grazie all’interessamento di Francesca Alderisi e di Sportello Italia. Il nostro quotidiano online ha incontrato Francesca per parlare proprio di questo, ma anche di politica, del futuro di Rai Internazionale, del ruolo dei parlamentari eletti all’estero e di molto altro ancora.
Francesca, è di qualche giorno fa la notizia dell’inaugurazione del Giardino Italiani nel Mondo a Roma. Un piccolo ma simbolico segnale di attenzione da parte del Comune di Roma verso i connazionali residenti all’estero. Tutto e’ cominciato proprio da una lettera invitata al tuo Sportello Italia. Ci vuoi raccontare?
“Per prima cosa, Ricky, permettimi di ringraziarti sinceramene per questa intervista che mi dà modo di comunicare con molti lettori sparsi per il mondo e complimentarmi per il record di contatti avuti da ItaliaChiamaItalia. Ve lo meritate. So con quanto impegno da anni ti dedichi a questo progetto telematico. Tornando alla tua domanda, il 22 maggio scorso a Roma è stato inaugurato il Giardino Italiani nel Mondo, iniziativa di cui ci siamo fatti portavoce in una puntata del 2006 del programma televisivo ‘Sportello Italia’, in seguito ad alcune richieste da parte di telespettatori che ci domandavano come mai in nessuna città d’Italia, e nello specifico a Roma, la nostra capitale, esistesse un luogo a loro dedicato. L’iter burocratico è stato piuttosto lungo e finalmente, con una punta di orgoglio, posso dire che Roma ha intitolato un bellissimo giardino sul Lungotevere Flaminio a tutti gli italiani che vivono lontano dalla madrepatria. Per quanto riguarda il significato, certamente è simbolico, ma a mio avviso non tanto piccolo se si pensa che ad oggi nessuna città d’Italia aveva dedicato attenzione con una targa toponomastica ai nostri connazionali all’estero. Un giardino che vuole essere soprattutto uno spunto per riflettere; un giardino di propositi ed iniziative e non solo di ricordi, che comunque sono importanti e non vanno cancellati”.
Su ItaliaChiamaItalia abbiamo commentato il fatto che all’inaugurazione del giardino non ci fosse alcun rappresentante della sinistra. Eppure non era il giardino "degli italiani nel mondo di centrodestra", ma di tutti i connazionali… Che ne pensi?
“Sinceramente – spiega Francesca Alderisi a colloquio con Italiachiamaitalia.it – non me la sento di fare polemiche, anche perché credo che le polemiche non portino da nessuna parte. Mai come ora i diciotto rappresentanti degli italiani nel mondo per riuscire a fare qualcosa di realmente concreto devono essere uniti. A tale riguardo posso dire che, avendo seguito la parte organizzativa di questa inaugurazione, sono stati mandati inviti agli indirizzi email di Camera e Senato di tutti gli eletti all’estero. In linea di massima molti mi hanno risposto. Qualcuno non lo ha fatto. Certamente chi non è venuto avrà avuto i suoi motivi, che voglio pensare siano stati dovuti solo ad altri impegni”.
Sei diventata popolare nel mondo grazie a quella Rai International che oggi non esiste più. Non torneranno più programmi come Sportello Italia o Italia chiama Italia?
“Mi aspettavo questa domanda, anche perché è quella che da un anno e mezzo (da quando sono state chiuse tutte le produzioni televisive di Rai Internazionale dedicate ai nostri connazionali) mi sento fare centinaia di volte, soprattutto quando ho modo di incontrare le comunità italiane nel mondo. Se programmi televisivi come Sportello Italia e Italia chiama Italia torneranno, questo Dio solo lo sa. Da quanto scrivono i telespettatori, la loro assenza ha lasciato un grande vuoto, poiché sono stati programmi che si sono occupati in modo diretto ed in un’ottica di servizio, delle varie richieste dei nostri connazionali. Auspico sinceramente che la Rai possa rivedere questa decisione. So che è in programma in tal senso la ripresa di alcune produzioni televisive dedicate agli italiani nel mondo e ciò dovrebbe avvenire attraverso Rai World. Me lo auguro dal profondo del cuore, perché i telespettatori che seguono la Rai dall’estero meritano anche programmi televisivi a loro dedicati”.
Come osservatrice attenta di tutto cio’ che riguarda il mondo dell’emigrazione, non pensi che i 18 eletti all’estero potrebbero fare molto di più per gli italiani nel mondo, se solo volessero? Oppure e’ vero che quello degli italiani nel mondo e’ semplicemente un binario morto in Italia?
“Ho spiegato proprio in un’edizione di Sportello Italia anni fa le modalità del primo voto degli Italiani all’estero e da quel momento ho seguito con attenzione il percorso degli eletti, fino ad oggi. Certamente facendo un parallelo con la mia esperienza, che pur non essendo strettamente politica, è televisiva, devo affermare con tristezza che l’Italia è stata fino ad ora sorda al tema degli italiani nel mondo. Io stessa ho provato più volte a proporre rubriche e programmi che possano esplicare la famosa informazione di ritorno o comunque dare visibilità all’enorme patrimonio costituito dai nostri connazionali e discendenti. La risposta è stata sempre negativa o – peggio ancora – spesso non è arrivata. Un’indifferenza che fa male soprattutto a chi conosce l’importanza dell’argomento ‘italiani nel mondo’ e non vuole rassegnarsi al fatto che qui in Italia non si lo si capisca concretamente. Posso quindi affermare che dal mio punto di vista, gli eletti nelle Circoscrizioni Estere anche nelle legislature precedenti, in linea di massima si sono tutti impegnati. Basta guardare quanti disegni di legge sono stati presentati. Quanti ne sono stati approvati? Nessuno. Ecco, questa è la risposta. Secondo voi da chi dipende? Da loro o dal fatto che in sostanza non vengono presi in considerazione come dovrebbero?”.
Tempo fa sei entrata a fare parte del Movimento Associativo Italiani all’Estero di Ricardo Merlo. Sei ancora convinta di avere fatto la scelta giusta?
“Certo! Ho aderito al MAIE con grande spontaneità, convinta che sia un movimento trasversale che possa rappresentare realmente gli italiani nel mondo all’interno del Parlamento Italiano. Non so perché, ma ho sempre immaginato in questo modo la modalità più giusta per dare voce agli italiani all’estero nello scenario politico italiano. Un gruppo al quale convergono persone con esperienze e storie diverse, unite dalla condivisione dell’obiettivo verso il quale si va e l’obiettivo è SOLO uno: dare voce agli Italiani nel Mondo, cosa che a quanto sembra ad oggi nessuno è riuscito a fare e che prima o poi qualcuno dovrà fare per dare un senso al voto degli italiani all’estero. Ringrazio quindi l’On. Ricardo Merlo per avermi reso partecipe di questo progetto che sono certa è destinato a crescere e raccogliere sempre maggiori successi”.
La Circoscrizione estero e’ sempre più in bilico. Pare che ancora oggi ci sia una parte trasversale della politica che la vorrebbe eliminare. Il tuo giudizio?
“Pensando alla grande battaglia che ha fatto il Ministro Mirko Tremaglia per raggiungere il traguardo del voto all’estero, mi vengono i brividi solo nel pensare che lo si voglia eliminare. Al contrario, secondo me, il numero degli eletti nella Circoscrizione Estero dovrebbe invece essere aumentato, facendo proprio un proporzione tra votanti ed eletti. Non ti sembra che diciotto eletti in rappresentanza di più di quattro milioni di italiani iscritti all’AIRE siano pochini rispetto al numero degli eletti in Italia? Poi, dal momento che il voto per gli italiani all’estero è ormai realtà, dovrebbe essere realtà anche il ripristino di un Ministero per gli Italiani nel Mondo”.
Parlando di politica e italiani nel mondo: hai mai pensato a candidarti all’estero? La tua popolarità potrebbe farti ottenere un ottimo risultato…
“Mi aspettavo questa domanda e, proprio come quella su un mio ritorno in tv, questo è un altro quesito che mi sento fare spesso. Certamente farei felici molti telespettatori italiani nel mondo, che spesso me lo chiedono. Avendomi seguito nelle quasi 1500 puntate di Sportello Italia hanno imparato a conoscermi e sanno quanto ci tenga alle questioni degli italiani all’estero. E’ pur vero che, cosa che cerco di spiegare sempre a chi mi dice ‘Perchè non ti candidi?’, i rappresentanti politici nelle Circoscrizioni Estere devono essere (come dice il nome stesso) residenti all’estero, cosa che io non sono. Trovo personalmente giusto che sia così e che gli eletti (e candidati) italiani nel mondo provengano dalle comunità all’estero e ne facciano parte. Allo stesso tempo devo dire che la mia esperienza mi ha portato ad avere una visione completa, non solo di una comunità italiana nel mondo, ma di molte, essendomi occupata delle tematiche legate a molti Paesi dove vivono i nostri connazionali. Di conseguenza, se un giorno la legge elettorale dovesse cambiare in tal senso e sarà previsto di eleggere rappresentanti degli italiani nel mondo qui in Italia, allora sì che potrei seriamente pensarci”.
In conclusione, agli italiani nel mondo che leggeranno questa tua intervista sul nostro giornale, quale messaggio vorresti inviare, in questo periodo difficile che vive l’Italia dal punto di visto economico, sociale e politico?
“Questa è la domanda più difficile, ma ormai Ricky ti conosco da anni e so quanto tu sappia cogliere sempre gli aspetti più profondi di un’intervista. Mi sento di rispondere con una frase che mi ha dedicato tempo fa un telespettatore dal Canada nell’incitarmi a non mollare: ‘Il Sole sorge ancora e Sempre!’. Questo vale per tutti, non solo per me…”.
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