Prima ha attraversato l’Atlantico per suonare il “suo” jazz lì dove il jazz è nato, nel cuore degli Usa, con i “top” della Grande Mela. Poi ha fatto lo stesso in Sudamerica con il tango, portando in Uruguay e Argentina la sua personalissima versione di questo genere musicale. E’ nei teatri dei due Paesi latini, che il pianista tosco-siciliano Fabrizio Mocata è stato incoronato dai “mostri sacri” della categoria. Al punto da rendere oggi la sua musica un prodotto da esportazione, un’espressione del “made in Italy” al pari di cibo, vino o design.
Se Tornatore ci ha fatto conoscere “La leggenda del pianista sull’oceano”, quest’anno – mutatis mutandis – dalla Toscana è partita l’avventura del pianista “oltreoceano”.
Divenuto famoso per il “Puccini Moods”, la reinterpretazione in chiave jazz delle arie del compositore, per mesi Mocata ha portato avanti trattative per riunire intorno a sé i “top” del jazz americano. Completata la squadra – Marco Panascia (contrabbasso), George Garzone e Nick Myers (sax), Ferenc Nemeth (batteria) – a New York ha visto la luce una delle novità discografiche più interessanti dell’anno.
“In una settimana di registrazione – sottolinea – abbiamo creato un disco dai ritmi complessi, pulsanti e moderni, con temi sia sperimentali che cantabili ed echi delle nostre radici italiane”. E così, dagli Usa al Sudamerica, Mocata ha portato nel mondo l’estro che lo aveva già consacrato in Italia come uno dei musicisti più innovativi.
Basti pensare al “Puccini Moods”, progetto sviluppato col contrabbassista Gianmarco Scaglia e il batterista Ettore Fioravanti, nato dopo “un bizzarro incontro con le terre pucciniane, dove mi fu lanciata una sfida. Dopo aver eseguito Gigi D’Alessio e Cristina D’Avena in versione jazz, un signore mi propose di interpretare le arie del maestro”.
Tappa intermedia nel tour di Mocata è stata Granada per il “Retroback film festival”, dove – invitato dal figlio di Audrey Hepburn, Sean – ha eseguito un medley dedicato a miti come Humphrey Bogart, Marilyn Monroe e la stessa Hepburn, per poi arrangiare temi tratti da film di Marlon Brando per un’ensemble di 22 elementi e la voce di Wes Ivankovich. Per i 40 anni delle "Città Invisibili" di Calvino, infine, Mocata sta ultimando la trasposizione in chiave jazz del libro, con una traccia per ogni città.
Discussione su questo articolo