Non mi sorprende che la Lega Nord lo abbia proposto, mentre mi sorprende che un partito come il PdL non abbia ancora capito che gli italiani residenti all’estero non sono un problema e ancor meno un carico; tutto il contrario: sono una grande risorsa, una risorsa di enorme valore. I politici italiani non devono perdere di vista i futuri scenari, in quanto ciò potrebbe provocare errori strategici ai quali poi sarebbe difficile porre rimedio.
Si dice che la Circoscrizione Estero deve essere eliminata per poter ridurre i costi della politica: la realtà è che i parlamentari eletti in questa Circoscrizione non sono stati capaci di realizzare ciò per cui sono stati votati dagli italiani nel mondo; talvolta, anzi, hanno provocato fatti sgradevoli. Mi domando: eliminare i parlamentari eletti all’estero è la reale intenzione, o quello che si cerca di eliminare è il diritto di voto degli italiani all’estero?
Mi permetto di sollecitare un’attenta riflessione in vista del 5 settembre, quando si vedrà la vera intenzione del governo. Da ormai tre anni insisto, ogni volta con maggiore enfasi, riguardo alla vera risorsa che sono gli italiani all’estero, sia per l’Italia che per gli stessi italiani in patria, però spesso la stampa italiana è scettica sul ruolo degli italiani nel mondo – molte volte perchè il comportamento dei parlamentari eletti oltre confine non rende onore ai connazionali lontani dall’Ittalia – e descrive una realtà totalmente diversa. L’italiano all’estero, generalmente è una persona trionfatrice e molto amante della sua patria, con un autentico sentimento ed una forte emozione per l’Italia. Non esiste altra persona più italiana di un italiano all’estero, senza distinzione di classi sociali. Un italiano all’estero pensa solo di tornare in Italia per rimanere nella sua terra in cambio di nulla. La ricchezza di questo sentimento non si può determinare con i soldi, ma se lo si potesse fare, senza dubbio costerebbe moltissimo. Avverto, però, che questo forte sentimento deve essere riconosciuto e gli italiani residenti all’estero si rendono conto che i residenti in patria non lo avvertono, non riconoscono tale situazione. Se questo riconoscimento non avviene e se nel testo della prevedibile legge si elimina la Circoscrizione Estero, o ancor peggio si elimina la possibilità di votare, allora ci troveremo di fonte ad un fatto gravissimo che mortificherà questo sentimento e limiterà di molto la possibilità di una importante integrazione con tutti gli italiani nel mondo, perdendo soprattutto l’opportunità di un miglioramento dell’attuale situazione.
Questo aspetto, che sta al di sopra di qualsiasi governo o coalizione di governo, non si deve sottovalutare, poiché presto o tardi l’Italia dovrà associarsi con gli italiani all’estero e in special modo con quanti si sono radicati in Sudamerica, se si vogliono risolvere almeno alcuni dei molteplici problemi attualmente esistenti.
La ricchezza degli italiani all’estero non è un bluff, al contrario è una realtà che l’Italia non ha ancora scoperto ed ancor più non sa usarla e integrarla con i residenti in patria: questa è la vera sfida: integrare queste due Italie, per il bene del Paese e degli stessi italiani in patria. Negando questa realtà oppure occultandola, si produrranno solamente effetti Indesiderati che provocheranno maggiori problemi.
I governi di turno in Italia desiderano che la Germania, la Francia o la stessa Unione Europea salvino l’Italia dai suoi problemi economici: io sono certo che questo non sarà possibile, però è certo che gli italiani all’estero potranno aiutare (e di molto) l’Italia a risolvere i suoi problemi se si otterrà l’integrazione e se si riconosceranno i residenti all’estero a tutti gli effetti come italiani.
Il “sangue” ed il sentimento italiani, stanno dentro gli italiani e non nella U.E. o in qualsiasi altro Paese.
*Coordinatore del PDL in Argentina, Responsabile del Movimento delle Libertà in Argentina
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