I quattro giornalisti sequestrati ieri in Libia sono stati liberati. Ancora non è chiara la dinamica, ma ci sarebbe stata un’operazione che avrebbe portato a un’irruzione nell’appartamento dove i nostri connazionali erano tenuti in ostaggio. Uno dei giornalisti, Domenico Quirico, si è messo in contatto con la redazione della Stampa da Tripoli e ha raccontato: "Sono vivo e vegeto, e sono libero. Pensavo di essere morto fino ad un’ora fa, ma ora sto bene". Intervistati a caldo dal GR Rai, i giornalisti hanno dichiarato che il loro "primo pensiero va all’autista ucciso a sangue freddo dai sequestratori".
Ieri la preoccupazione dell’Italia era molto alta, dopo la notizia del sequestro. L’Unità di Crisi della Farnesina si era subito messa in moto per trovare una rapida soluzione. Il direttore del Corriere della Sera oggi nel suo editoriale aveva scritto di temere "per la loro vita".
Poco fa a Milano è cominciato, nella Prefettura, l’incontro fra il premier Silvio Berlusconi e Mahmud Jibril, primo ministro del Consiglio nazionale transitorio libico. Presente anche il ministro degli Esteri, Franco Frattini. Ieri Jibril ha incontrato il presidente francese Sarkozy all’Eliseo.
Intanto a Tripoli si continua a combattere, nel caos più totale. Cecchini in tutte – o quasi – le strade della capitale, sparano e uccidono senza essere visti. Fra i civili, nessuno esce di casa. Il rischio è quello di perdere la vita.
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