"Mario Draghi, l’anti-Silvio Berlusconi, arriva alla guida della Bce". Cosi’ ‘Le Monde’ saluta l’arrivo di Draghi alla guida dell’Istituto di Francoforte. Per Draghi, scrive il quotidiano francese, ‘e’ il coronamento di una carriera in costante ascesa. Per gli italiani, che non hanno un rappresentante di questo livello di responsabilita’ in un’Istituzione europea da Romano Prodi, presidente della Commissione dal ’99 al 2004, e’ un elemento di orgoglio nazionale’.
‘Umiliata dai sorrisi beffardi del presidente Nicolas Sarkozy e dal cancelliere tedesco, Angela Merkel; assente dal teatro delle operazioni in Libia, la sua vecchia colonia; dimenticata nella distribuzione dei posti di ambasciatore dell’Unione Europea; sotto tutela della Bce che non esita ad indirizzargli con una lettera le riforme da condurre, l’Italia si credeva perduta per le responsabilita” di questo livello. ‘Vittima del cliche’ (a volte veritiero) sulla sua incapacita’ ad affrontare le crisi e della reputazione solforosa del presidente del Consiglio, la terza economia della zona euro sembrava scartata dalle conversazioni tra ‘grandi’ e tollerata, come nei pranzi di famiglia, soltanto al momento del dolce’.
Le Monde, ripercorrendo la carriera di Draghi, mette in evidenza le qualita’ del neo presidente della Bce e in particolare la sua serieta’: ‘avaro di parole e di posture’, il Governatore uscente della Banca d’Italia ‘seduce con il suo rigore e con la sua rapidita’ di ragionamento’ : ‘mentre il paese, in cui il potere e i suoi vantaggi si esibiscono e che da l’idea di una nave alla deriva, Draghi appare solido come un faro’.
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