Luigi Di Maio, vicepremier e ministro del Lavoro, è in visita ufficiale al Cairo, in Egitto. Da lì, parla anche delle vicende di casa nostra. “Se dovesse esserci un attacco speculativo, sarà per ragioni politiche, perché per i fondamentali economici di questo Paese siamo molto tranquilli”, ha detto Di Maio, che poi ha aggiunto: “L’Italia non è nuova ad attacchi speculativi per far cadere i governi”.
Parlando di Europa: “La nostra posizione sul veto al bilancio resta, se poi nei prossimi giorni vorranno riscoprire lo spirito di solidarieta’ con cui si era fondata l’Unione europea allora forse ne parliamo”. “Le dichiarazioni di questi giorni (da parte del commissario Gunther Oettinger, ndr) sono ipocrite”. Secondo Di Maio, “il commissario Oettinger continua a esternare ogni giorno dopo che abbiamo detto che non gli diamo i soldi, non li abbiamo sentiti quando gli abbiamo chiesto una mano sull’immigrazione. Questo conferma che l’unica cosa che capisce questa Unione europea e’ quando cominciamo a togliergli i soldi”.
Sul crollo del ponte Morandi: “I ministri che hanno firmato quei contratti devono pagare di tasca propria, perche’ sono dei contratti che nessuna impresa ha”. “Il nostro obiettivo principale sul caso Autostrade e’ revocare le concessioni perche’ sono stati inadempienti, il secondo e’ fare in modo che i politici e i ministri che hanno firmato quei contratti capestro debbano pagare e per questo ci stiamo muovendo con una denuncia per danno erariale. Terzo obiettivo, ricostruire il ponte in sicurezza”. “Il ponte lo deve costruire un’azienda di Stato, noi abbiamo un gioiello che si chiama Fincantieri che puo’ essere sostenuta da Cdp”.
Per tagliare le pensioni d’oro, “agiamo su persone che prendono dai 4mila netti in su: se non hanno versato i contributi, tagliamo la pensione d’oro”. Alcuni di questi pensionati “si prendono come poveri disperati che dobbiamo andare a salvare, ma fatemeli conoscere quei poveretti, con pensioni dai 4mila euro in su, così forse possiamo capire di che aiuto hanno bisogno”.
Le relazioni con “l’Egitto, stante la risoluzione del caso Regeni, possono essere un’occasione ulteriore per stabilizzare la Libia”. Luigi Di Maio, dal Cairo al termine dell’incontro con il presidente egiziano Al Sisi, sottolinea come L’Egitto rappresenti “sia per le nostre aziende sia per la nostra comunità italiana qui un’occasione di investimenti economici e di sviluppo economico, ma è chiaro che la normalizzazione dei nostri rapporti non può che passare per la verità su Giulio Regeni”. “Ho detto al presidente al Sisi che terremo assolutamente conto dell’Egitto nell’affrontare il dossier Libia e che garantiremo un coordinamento – ha spiegato – Se vogliamo riportare il Mediterraneo al suo splendore non possiamo prescindere dai rapporti tra Italia ed Egitto. Il Mediteraneo deve tornare centrale per l’Europa e soprattutto per l’Italia, noi abbiamo una grande occasione quello di riportare il Mediterraneo al suo splendore stabilizzando alcune regioni che non sono stabili soprattutto una su tutte, la Libia”.
L’OPPOSIZIONE, “DI MAIO OFFENDE MEMORIA DI GIULIO”
“Finora il governo si era limitato a ignorare la richiesta di chiarezza su Regeni, voltandosi dall’altra parte. Ma appena ha fatto finta di interessarsene ha peggiorato le cose: ha offeso la memoria di Giulio. Di Maio ha riferito che al-Sisi gli ha garantito che Regeni ‘e’ uno di noi’. Al posto di questo slogan da stadio, il vicepresidente del Consiglio dovrebbe chiedere atti concreti”. Lo dichiara Andrea Maestri, esponente di Possibile, commentando le dichiarazioni di Di Maio oggi Al Cairo. “E’ poi paradossale e deprimente – aggiunge Maestri – che Di Maio minacci di non versare piu’ i contributi all’Unione europea, ma nei confronti dell’Egitto di al-Sisi non adombra alcuna iniziativa: va al Cairo con il cappello in mano, sperando di accontentare Salvini sui migranti e trovare nell’Egitto una sponda per trattenere le persone nei lager libici, esattamente come faceva Minniti. Di Maio, nel solco del governo del ‘cambia niente’, segue quindi le orme dei governi di Renzi e Gentiloni che hanno fatto tornare l’ambasciatore in Egitto. Insomma, prima gli affari e poi la vita di un giovane ricercatore italiano. Come era per il Pd e’ per i 5 Stelle”, conclude.