"Mi rendo conto che la macchina del fango ha un’attrattiva davvero irresistibile, tanto da spingere soggetti, spesso estranei e per lo più incompetenti in materia, a formulare teorie, ad additare questo o quel rappresentante politico e poi – giustamente – a gettare ancora fango. L’argomento prediletto oltre confine in questi ultimi giorni sembra essere quello dei nostri patronati all’estero etichettati da improvvisati commentatori come una sorta di ricettacolo di illecito quasi nel tentativo di amplificare, storpiare e deformare notizie degli ultimi giorni, che tirano in ballo tra l’altro il sottoscritto. L’obiettivo di alcuni non è stato solo quello di riattivare una macchina del fango, almeno per il momento sopita, ma anche – e soprattutto – guadagnarsi quei cinque minuti di gloria, altrimenti irraggiungibili per altri meriti”. Immediata la replica di Aldo Di Biagio all’articolo di Andrea Verde pubblicato nelle scorse ore su ItaliaChiamaItalia. Di Biagio non nomina mai Verde, ma conosciamo abbastanza il senatore eletto all’estero – sempre molto attento al dibattito che ruota intorno agli italiani nel mondo – per dire che la sua è una replica anche a ciò che ha scritto il connazionale residente a Parigi.
“Qualcuno ha affermato che nei confronti miei sia stato ‘configurato’ un determinato reato, senza tener presente che la configurazione di un reato avviene soltanto con la pronuncia di una sentenza e non certamente nelle indagini preliminari appena avviate. Invito i commentatori a stare attenti alle parole perché il rischio di una querela per diffamazione è dietro l’angolo. Come ho già avuto modo di evidenziare fin dalle primissime battute della ‘bolla mediatica’ che mi ha riguardato, al momento non esistono accuse precise nei miei riguardi e qualora il procedimento in corso lo richiedesse sarò pronto a confrontarmi con gli inquirenti chiarendo nei minimi dettagli la mia posizione e rinnovando la mia totale estraneità ai fatti contestati”.
“Sul patronato all’estero invece – prosegue il senatore – gli eccessi di semplificazione finalizzata alla speculazione peccano francamente di fantasia: forse si è talmente a corto di argomenti da additare in maniera romanzata una delle poche strutture a tutela del connazionale oltre confine. Strutture presso le quali si cerca soltanto di garantire il dovuto a migliaia di connazionali che fanno fatica ad interfacciarsi con enti come l’Inps, che restano sordi alle loro richieste. La sbandierata equazione ‘patronato-clientela-voto estero’ è un’offesa all’intera struttura dei servizi e delle rappresentanze degli italiani all’estero: erogare un servizio, fornire assistenza soprattutto ai connazionali di vecchia emigrazione, spesso indigenti e con difficoltà a rapportarsi con la burocrazia italiana, è un valore aggiunto, non una sovrastruttura, soprattutto se si considera che non esistono servizi alternativi ed è alquanto da ingenui pensare di spostare siffatta operatività presso i consolati considerando come questi sono messi dopo la spending review e la razionalizzazione degli anni passati. Dunque – esorta Di Biagio – ritorniamo con i piedi per terra, prendiamo coscienza di quello che diciamo e cerchiamo di capire e analizzare realmente gli interventi che possono essere messi in atto per ottimizzare l’erogazione dei servizi e facilitare il sostegno ai nostri connazionali”.
“In questa fase – conclude il parlamentare eletto nella ripartizione estera Europa con la lista Monti – un po’ tutti sembrano voler dire la propria, atteggiandosi un po’ a giudici e talvolta ad improvvisati avvocati: con il tempo ci sarà la giusta chiarezza e sicuramente in quella sede io stesso potrò fare qualche bilancio su tutto questo carosello che si è innescato e su chi, amabilmente, ci si è voluto inserire”.
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