“Noi ci riconosciamo nel progetto del voto agli italiani all’estero, che ha un padre fondatore che si chiama Mirko Tremaglia, e lo difenderemo fino all’ultimo”. Così Aldo Di Biagio, deputato di Futuro e Libertà, a colloquio con ItaliaChiamaItalia. Il finiano spiega anche che il suo partito ritiene “comprensibile” il fatto di diminuire il numero dei parlamentari: “In una logica di Paese, dove comunque sia si chiede un impegno per tagliare i costi della politica, se chiediamo all’opinione pubblica di fare uno sforzo dobbiamo anche essere i primi a dare l’esempio. 630 deputati sono effettivamente troppi; fermo restando che il ruolo che oggi rappresenta il parlamentare eletto all’estero è un ruolo importante che va difeso, e Futuro e Libertà lo farà sempre, in ogni circostanza”.
Sul recente sciopero della Cgil: “Oggi i sindacati sono per la difesa dei lavoratori, ma non per la difesa del precariato. Oggi c’è un Paese che ha bisogno in maniera molto concreta di riforme, per attuare una nuova legge nel mondo del lavoro. Credo comunque sia giusto dialogare con la Cgil e cercare di capire quali sono i motivi per cui l’articolo 8 viene considerato un elemento intoccabile”.
Il partito oltre confine: “Futuro e Libertà all’estero vive, è presente, è al momento un movimento di opinione, che ha una grande partecipazione emotiva, che anche nel mondo sta dando i suoi frutti. A fine mese ci sarà la costituente europea in Germania, con tutte le persone che desiderano dialogare di politica italiana e della politica dedicata agli italiani residenti all’estero”. “I sondaggi ci danno al 3,5%. Alle amministrative abbiamo avuto un segnale del 3,5%. Le amministrative però non sono un voto d’opinione. Siamo certi di poter esprimere alle Politiche un risultato diverso, vicino a un 6%”. “Ci presenteremo come Terzo Polo: finché la legge elettorale rimane questa, non vedo altre soluzioni. Il Terzo Polo è sinonimo di responsabilità, contro questo bipolarismo malato”.
Agli italiani nel mondo che si sentono confusi, delusi, abbandonati dall’Italia e dai loro 18 rappresentanti in parlamento, cosa vorrebbe dire Di Biagio attraverso ItaliaChiamaItalia? “Intanto evidentemente c’è da segnalare che i parlamentari eletti dagli italiani all’estero non hanno un ruolo che consente di fare miracoli. Mi sembra comunque evidente che ci debba essere quella giusta pretesa da parte dei nostri connazionali all’estero, che vogliono che i loro rappresentanti si impegnino e lavorino per gli italiani nel mondo. Ci sono dei siti web della società civile che mostrano l’operatività di deputati e senatori: invito i connazionali a visitarli, in modo tale che si possano fare un’idea del lavoro che portano avanti, o meno, le persone che hanno inviato in Parlamento”.
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