La manovra di stabilizzazione approvata, che per la sua drammatica necessità poteva essere un’occasione di riforme e liberalizzazioni profonde e attese, nelle mani di questo Governo e di questa maggioranza in stato confusionale è diventata iniqua e depressiva per la nostra economia. La rincorsa al recupero purchessia di risorse, inoltre, sta dando corpo ad un rischio serio di rottura degli anelli deboli dell’intervento pubblico. Tra questi, purtroppo, anche quello riguardante le comunità italiane all’estero, non ancora considerate per il valore che hanno.
Come eletti del PD nella Circoscrizione Estero, dunque, non abbiamo tralasciato nemmeno questa occasione per ricordare al Parlamento e al Governo due cose precise: le risorse per le politiche verso gli italiani all’estero hanno raggiunto da tempo il limite di guardia e non son più comprimibili; le nostre comunità sono una reale opportunità per la ripresa e per il rilancio degli interessi italiani nel mondo.
Per questo, abbiamo presentato in commissione (in aula la richiesta di fiducia ha azzerato ogni possibilità di modifica) due emendamenti, l’uno per evitare che la rete consolare sia oggetto di una nuova attenzione “razionalizzatrice” da parte del Governo, dopo le chiusure fatte in questi ultimi tempi; l’eliminazione della tassa del 2% sui trasferimenti di valuta dall’Italia all’estero da parte di ex cittadini e discendenti che non hanno in Italia codice fiscale e partita INPS aperta. Maggioranza e Governo hanno respinto.
In occasione del voto finale in Aula, abbiamo poi utilizzato l’unico strumento che ci era consentito, quello degli ordini del giorno. Così, abbiamo chiesto al Governo, primo firmatario Gianni Farinache è anche intervenuto su questo, di risparmiare da ulteriori tagli gli interventi per l’insegnamento della lingua e della cultura all’estero, in coerenza con la decisione di risparmiare dal recupero di risorse i settori della scuola e della ricerca in Italia. Abbiamo sollecitato, primi firmatari Fabio Porta e Laura Garavini, a escludere la rete consolare, che ha già dato finora oltre il dovuto, dalla revisione della spesa prevista per i singoli ministeri. Abbiamo riproposto la questione del superamento con un provvedimento normativo mirato della tassazione del 2% a carico dei connazionali che hanno ancora beni in Italia, anche se vivono all’estero da tempo. Ancora una volta, primo firmatario Gino Bucchino, abbiamo chiesto di adottare i provvedimenti necessari per sanare gli indebiti pensionistici degli anziani residenti all’estero in assenza di dolo e in presenza di determinati limiti reddittuali. Abbiamo sollecitato, anche in questo caso non per la prima volta, con un intervento di Narducci, a riallacciare il dialogo con il Governo svizzero e a convocare un tavolo di concertazione per giungere ad una soluzione negoziale sulle questioni fiscali pendenti in ordine ai depositi bancari giacenti in quel paese, sulla falsariga di quello che hanno fatto la Gran Bretagna e la Germania, con vantaggi economici preziosi in questi tempi di vacche magre. E a proposito di recupero di risorse, abbiamo chiesto al Governo, per iniziativa di Garavini, di inserire il reato di “autoriciclaggio” nella normativa penale, per contrastare una delle forme di illegalità più penetranti e per limitare i confini dell’evasione.
Il Governo, non sappiamo se per doppiezza o perché un po’ si vergogna di quello che sta facendo, ha accolto gli ordini del giorno sui corsi di lingua e cultura, sulla rete consolare, sulla futura cancellazione della tassazione del 2%, sulla ricerca di un accordo con le autorità svizzere sui depositi bancari. Ha dichiarato di accogliere come raccomandazione gli ordini del giorno sulla sanatoria degli indebiti e sull’assunzione del reato di autoriciclaggio. A Bucchino e a Garavini non è bastato e hanno perciò richiesto il voto dell’Aula, che ha sconfessato le ritrosie e le contraddizioni del Governo, approvando gli ordini del giorno.
Non ci facciamo illusioni sul valore concreto degli ordini del giorno. Sappiamo anche che senza un’iniziativa intensa, continua e unitaria delle comunità, dei COMITES, del CGIE, dell’opinione pubblica, dei parlamentari eletti all’estero non sarà facile frenare la deriva nella quale il centrodestra ci sta precipitando. Questi atti parlamentari noi stessi li consideriamo solo un passaggio di questo più ampio e decisivo percorso. Ma un passaggio utile.
Bucchino, Farina, Fedi, Garavini, Narducci, Porta
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