Giangi Cretti, iscritto al registro professionale svizzero dei giornalisti dal 1984, è membro della FUSIE, la Federazione Unitaria della Stampa Italiana all’Estero, di cui, dall’aprile del 2011, è presidente.
Dal 1999 fa parte del CGIE (Consiglio Generale degli Italiani all’Estero), nel quale è presidente uscente della Commissione Informazione.
È stato membro del Comites di Zurigo, attualmente è vicepresidente dell’Associazione Svizzera per i Rapporti economici e culturali con l’Italia (ASRI). È membro della Schulkommission del Liceo artistico di Zurigo. Dal gennaio 2013 è membro del Forum per l’Italiano in Svizzera, di cui, da quest’anno è vice-presidente.
Intervistato da “La Notizia di Ginevra”, Cretti dichiara: “L’intero sistema di rappresentanza degli italiani all’estero si trova in una fase in cui sembra essere relegato ad una funzione di mera testimonianza. In tal senso, è tollerato: in Italia, ma anche fuori d’Italia. Vale (pur con tutto i distinguo che la dialettica consente, questo è!) per i parlamentari, segnatamente quelli eletti nella circoscrizione estero. A maggior ragione dopo che la loro presenza è stata ridotta ad un numero umiliante, ulteriormente penalizzata da una modifica di legge che consente di eleggere all’estero anche chi l’estero l’ha vissuto in cartolina, da turista per caso o al seguito”.
“Talvolta costretti a mimetizzarsi dietro il vincolo di mandato, ma nei fatti comprensibilmente frustrati dal fatto di essere costretti ad esibire, loro malgrado, come massimo risultato politico un ordine del giorno o un’interrogazione, oggettivamente materialmente impossibilitati, vista anche la dimensione dei loro aree di competenza, a rappresentare e a creare attenzione ed eventuale consenso attorno alle tematiche e alle problematiche che toccano il composito e variegato mondo degli italiani all’estero”.
“Stante questa situazione è naturale e per certi versi fisiologico che si concentrino su questioni che fanno maggior rumore, elettoralmente più spendibili, quali i servizi consolari, la promozione della lingua, le varie tasse e canoni legate all’abitazione in Italia, eredità di cui, tra l’altro, molti italo-discendenti vorrebbero volentieri liberarsi. Vale per il CGIE: per il quale basta la constatazione che, eletto per legge dello Stato più di un anno fa, avrà la sua prima seduta di insediamento il prossimo 19 giugno. Facile trarre la conclusione di quale sia la considerazione di cui gode”.