SÌ ALLA DIGITALIZZAZIONE
Il futuro delle amministrazioni europee e mondiali è quello della digitalizzazione dei servizi. Se ne parla in Francia, Germania, Spagna e in tutti i Paesi che non vogliono e possono chiudere gli occhi davanti al futuro che è la globalizzazione e la digitalizzazione dei servizi. Ma in nessun Paese europeo si evidenzia tanto dilettantismo, tanto pressapochismo, tanta ambiguità come nella cosiddetta attenzione che l’Italia presta, in particolar modo, agli italiani all’estero.
NO ALL’ILLUSIONE!
La Farnesina ha inventato di tutto e, ultimamente, il Fast It. Il “Farnesina Servizi Telematici per gli Italiani all’Estero” ha introdotto la conferma via email dell’appuntamento presso le sedi consolari, poi l’appuntamento via Whatsapp. Insomma, tutti tentativi di digitalizzazione che non sono nemmeno degni di essere definiti “inizi di processi di modernizzazione” dei servizi consolari, ma sono pur sempre dei tentativi e come tali sono ben accetti.
Non è accettabile tuttavia l’illusione – volutamente suggerita – che questo “procedere a tentoni” possa in qualche modo colmare gli spaventosi buchi creatisi nei servizi per gli italiani all’estero. All’estero non ti serve il Whatsapp, ma gente competente e in numero sufficiente che, presso i consolati, si occupi del servizio richiesto!
T’iscrivi all’AIRE grazie al Fast It? Benissimo: procurati i documenti necessari, compila il formulario con la tastiera, passa allo scanner le fotocopie dei tuoi documenti d’identità e i certificati di residenza, nascita, matrimonio ecc., fai taglia e incolla e inserisci gli allegati… e guai a te se non mastichi bene l’italiano, se no devi ricorrere a qualcuno che ti dia una mano.
L’appuntamento via Whatsapp? Non accelera certo i tempi per essere ricevuti, poiché gli impiegati che si occupano del servizio restano pochi e male attrezzati (a San Paolo sarebbero solo 2 su 27 digitatori). Insomma, gli strumenti finora proposti sono allo stato attuale solo un’illusione, un gioco di prestigio.
NO ALLA DISTRAZIONE!
Non è possibile credere che la digitalizzazione dei servizi sia possibile senza un numero adeguato di dipendenti ben addestrati, che abbiano una formazione professionale all’altezza delle richieste, e in assenza di un’appropriata attrezzatura informatica. L’annuncio dei nuovi giochetti informatici, in realtà, è solo un maldestro tentativo di distrarre l’attenzione della gente dal vero problema, e il vero problema è una rete consolare che fa acqua da tutte le parti.
IL MALAFFARE ATTORNO AGLI APPUNTAMENTI?
Come ampiamente affermato nel servizio di Milena Gabbanelli sulla situazione della rete consolare, pubblicato recentemente sui media italiani, le modalità di rilascio degli appuntamenti sono il frutto di una politica scellerata di smantellamento della rete consolare. Sessanta chiusure di sedi consolari hanno alimentato, in taluni casi, situazioni non trasparenti attorno ai servizi per gli italiani all’estero, attorno al rilascio degli appuntamenti e ad altre storpiature nella fruizione dei servizi istituzionali per chi è stato costretto a lasciare il Paese.
Hai voglia d’usare il Whatsapp, ovviamente solo per ottenere appuntamenti e non passaporti – come strumentalmente propagandato -, se allo sportello trovi impiegati che non ce la fanno a stare dietro ad un numero di richieste a 4 zeri, perché sfiniti e sopraffatti dalla mole di lavoro che richiederebbe ben altri organici, che usano PC risalenti al 2010, che non hanno un allacciamento di rete decente e che navigano in internet alla velocità del biplano di Francesco Baracca!
CONFSAL UNSA COORDINAMENTO ESTERI