E’ facile osservare che certi italiani d’Italia, ogni volta che s’accaniscono contro la propria identità, usano l’espressione “fare una cosa all’italiana” come sottinteso di approssimazione. All’estero, invece “fare una cosa all’italiana” per molti significa farla, all’opposto, con talento, con intelligenza strategica e innovativa, da liberi uomini di frontiera, forti e coraggiosi. Insomma, fare una cosa all’italiana significa presentare l’eccellenza. Ma poi arriva la monnezza della Campania, la nave Concordia sdraiata su un fianco dinanzi all’isola del Giglio; ed allora “l’Italiano nel mondo” sente sulla propria pelle e sulla propria attività le ripercussioni, e viene coinvolto e travolto da un giudizio negativo. Forse deriso e schernito. Negli ultimi anni i fatti italiani hanno rischiato di mettere in crisi severa l’italianità nel mondo; e così gli italiani nel mondo dichiarano la propria esasperazione dinanzi al disfacimento politico del momento esistente in Italia. Il dopo Berlusconi ancora non ci presenta una Italia in crescita.
Tocca allora proprio agli italiani all’estero, l’onore – e l’onere – di indicare alla insopportabile tribuna degli “italiani anti-italiani” il senso dello straordinario patrimonio sotto i loro occhi, che non vedono. L’Italia è grande, culla millennaria di civiltà storiche: essere italiani significa portare nel mondo il senso del buon vivere, la qualità della pace, la forza dell’essere intrepido, il coraggio di essere tenaci e sopportare il clima dell’adattamento alle nuove situazioni ambiental-culturali. Significa essere forti. Nell’animo. Nella certezza dei sentimenti. Nella qualità dei valori assoluti. Gli italiani all’estero sapranno difendere la loro storia e il loro futuro di italianità.
Senza la cultura italiana, senza la creatività e lo spirito di iniziativa che ci hanno reso protagonisti della Storia, il mondo oggi sarebbe diverso, forse peggiore: perchè l’innesto dell’intelligenza italiana ha reso possibili conquiste essenziali per il progresso dell’umanità e ha dato risalto all’avventura umana sulla terra.
Il “Made in Italy” è protetto dagli italiani all’estero, che con orgoglio lo segnalano alle popolazioni ospitanti, e indicano la qualità superiore della tecnologia e della scienza, oltre che dei settori tradizionali. La ristorazione italiana nel mondo ha insegnato a tutti il buon vivere, i sentimenti dello stare insieme intorno ad una buona tavola, il gusto del colloquio aperto con l’eccellente vino italiano e la difesa di valori eterni come quello della famiglia e della pace, il rispetto dell’amicizia.
Essere “Italiani nel Mondo” oggi significa consolidare nella prassi principi universali, diffondere la scintilla della genialità leonardesca. Senza gli Italiani le vicende dello sviluppo economico-sociale nei cinque continenti avrebbe sofferto imponenti battutte di arresto. Senza gli italiani e le italiane nel mondo, l’Italia del dopo guerra non avrebbe potuto registrare il famoso “miracolo economico” verificatosi soprattutto grazie alla forza-lavoro dell’emigrazione interna e alle rimesse di chi era andato a lavorare oltre confine. Essere “italiani nel mondo” significa saper vincere.
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