Alla XXI Convention mondiale delle Ccie che si apre oggi a Perugia è stata presentata un’indagine sulle tendenze dell’export nei principali mercati di riferimento per l’Italia, condotta da Assocamerestero, Associazione delle Camere di commercio italiane all’estero (Ccie). Dallo studio – intitolato ‘L’Atlante del Made in Italy. Le rotte dell’export italiano prima e durante la crisi’ – si evince che il volto del Made in Italy oltre confine sta cambiando: nell’ultimo triennio, nei mercati europei ed extra-Ue, aumentano le vendite di prodotti italiani, che si specializzano in settori a maggior contenuto tecnologico.
Se in Paesi come Cina, India, Brasile, e Sudafrica, cresce il peso della meccanica, in Giappone e Svizzera aumenta quello che riguarda il settore chimico-farmacautico. Maggiormente focalizzate nei settori tradizionali, invece, le esportazioni nel mercato russo (con i prodotti del tessile-abbigliamento), in Francia (con il Sistema Casa), e in Germania, Regno Unito e Stati Uniti (con i prodotti alimentari).
La crisi, comunque, non intacca il ruolo predominante della meccanica, che rappresenta oltre un quarto delle vendite di prodotti italiani nell’Unione europea, quota superiore alla media mondiale del 20,0%. In particolare, e’ leader incontrastata nei mercati extra-Ue a piu’ elevato tasso di sviluppo, con quote export che spaziano dal 19,3% della Russia al 48,7% della Cina.
Augusto Strianese, presidente di Assocamerestero, spiega: “la crisi ha modificato il posizionamento del Made in Italy all’estero, dove il ‘saper fare’ italiano e’ riuscito ad individuare nicchie di mercato a maggior valore aggiunto, soprattutto nei Paesi che stanno trainando la ripresa e mostrano maggiore dinamismo". E aggiunge: “Perche’ l’internazionalizzazione rappresenti realmente un’opportunita’ di crescita per le aziende, e’ sempre piu’ necessario dar loro un supporto qualificato e affidabile. In questo, le Camere di commercio italiane all’estero rappresentano una risorsa fondamentale. Il nostro vantaggio competitivo – conclude – e’ proprio quello di essere una rete di imprenditori al servizio del mercato e delle istituzioni italiane, che parla il linguaggio delle imprese e per questo e’ in grado di coglierne, e spesso anticiparne, le esigenze”.
Discussione su questo articolo