“Sempre più si domanda alla Farnesina di essere propositivi, cioè di mettere il Governo di turno in condizione di avere tutti quegli elementi per poter assumere la responsabilità politica di indirizzo. Siamo tenuti a dare la chiave di analisi e di sintesi. Questa nostra funzione ha efficacia nella misura in cui noi manteniamo il valore aggiunto che ha la Farnesina, che è quello di avere una rete diplomatico-consolare estremamente estesa. Siamo fra i Paesi al mondo con il maggior numero di sedi all’estero”. Lo ha detto Elisabetta Belloni, segretario generale del ministero degli Esteri, nel corso di un’audizione alla Camera davanti alla commissione Esteri nell’ambito dell’esame della Relazione sullo stato e l’efficacia della spesa del Maeci.
“A fronte di una spending review del passato che ha portato alla chiusura di moltissime sedi, la Farnesina ha cercato di reagire con una politica che all’epoca definii di ‘riorientamento’ della rete diplomatico-consolare. Vuol dire che a fronte di un’esigenza di spending review, cioè di chiusura di sedi, quello che abbiamo cercato di fare è di sottoporre al Governo delle scelte che da un lato rispondevano alle esigenze di spending review, ma al tempo stesso di proporre una riqualificazione e aperture in nuove aree del mondo che emergevano come fondamentali per la tutela degli interessi italiani”.
“Le risorse finanziarie sono gestibili, anche se abbiamo raggiunto dei livelli non più comprimibili, ma sono troppi anni che si blocca il turnover: siamo un terzo dei francesi e un quarto dei tedeschi nella carriera diplomatica, e se vogliamo rapportarci con i nostri partner e competitor dobbiamo avere le risorse umane preparate”.
“Siamo arrivati ad un punto in cui non credo si possa comprimere ulteriormente quei 197 milioni con cui facciamo funzionare sia la Farnesina che le 300 sedi che abbiamo all’estero, però ci rendiamo conto dell’esigenza di ottemperare a quelle che sono le linee generali del Governo in termini di risparmio. Ma siamo convinti che noi produciamo anche reddito”.
“Sul piano bilaterale, c’è la promozione di quella che alla Farnesina chiamiamo il ‘Made in Italy’, cioè fare ‘Sistema Paese’ per promuovere l’economia, ma soprattutto la lingua, la cultura e la scienza che il nostro Paese è in grado di esportare”.
CITTADINANZA, “SOMMERSI DI RICHIESTE, CHIEDERE AUMENTO PERSONALE”
“Siamo sommersi in alcune parti del mondo dalle richieste di cittadinanza: un consolato che ha 10 persone e 600mila domande di cittadinanza è del tutto evidente che non riesca a stare nei tempi e stanno arrivando le denunce, e noi dobbiamo tutelare i nostri consoli. Per questo una delle richieste che faremo nella prossima finanziaria è un aumento del personale locale”.
“Nell’ambito della prossima” legge di Bilancio, ha aggiunto Belloni, “chiediamo un aumento del personale locale. Non risolverà il problema, sia chiaro. I contrattisti sono importanti, ma i funzionari di ruolo fanno un concorso, e sono quelli autorizzati a mettere una firma”.
“Così come è concepita la legge sulla cittadinanza fa sì che il numero delle richieste di riconoscimento siano ampissime. Si tratta di numeri che il personale dei nostri Consolati non può gestire agevolmente, e non può rispettare i tempi stabiliti dalla legge”.
BILANCIO TRASPARENTE
“Il ‘bilancio trasparente’ del ministero degli Esteri è online, e può essere letto rintracciando la destinazione della spesa, cioè che cosa si fa con i fondi a disposizione”. “Teoricamente il bilancio del ministero degli Esteri è aumentato”, ma “non è vero, c’è stata una partita di giro dal Mef in cui una linea di bilancio dedicata al Fondo europeo per lo sviluppo è stata trasferita dal bilancio del Mef a quello della Farnesina. In realtà è un assegno che viene trasferito a Bruxelles”.
“Anche quest’anno, riguardo all’obiettivo del Def, di una diminuzione del 3% come target di risparmio, il ministero degli Esteri, per la sua quota parte, raggiunge l’obiettivo”.
Alla Farnesina, “abbiamo fatto una riforma delle retribuzioni per essere trasparenti, perchè di fronte ad un sistema forfettario che vigeva nel passato, oggi abbiamo voluto chiamare le cose così come si chiamano: da un lato lo stipendio e l’indennità per quando vai all’estero, e dall’altro il rimborso spese per la casa, le scuole per i figli e un fondo per la rappresentanza. In questo contesto è fondamentale quello che si chiede nel nuovo Def, e cioè l’avvio di un programma di assunzioni, che consenta non già di compensare al 100% il blocco del turnover che abbiamo avuto fino ad adesso, ma almeno una significativa immissione nei ruoli di persone che possano garantire la copertura di quelli che oggi riteniamo posti indispensabili”.
SCUOLA DI FORMAZIONE
“Noi non abbiamo più la Scuola di formazione del ministero degli Esteri, e l’Istituto diplomatico formava il personale dalle categorie più basse a quelle più elevate. Personalmente ritengo che si tratta di un obbligo dell’amministrazione garantire questo obbligo di formazione, perchè chi va all’estero si assume delle responsabilità, e quindi dei rischi, e ha diritto di essere formato. Credo sia fondamentale garantire la formazione di chi si reca all’estero”.