Oggi ho sentito alla radio italiana in Australia un giovane parlare di emigrazione giovanile italiana, in particolare dei giovani che vanno in Australia: il ragazzo ha parlato di uno scenario catastrofico, addirittura ha paragonato la situazione in alcune città con quella del dopo guerra italiano: andiamoci piano a dire cose del genere.
Certo la situazione economica Italiana non è delle migliori, ma da qui a paragonare l’Italia di oggi a quella del dopo guerra credo sia eccessivo. I dati non possono essere negati: c’è una forte emigrazione giovanile in atto da alcuni anni ma diciamo le cose con il loro nome, ergersi a paladini e eroi non serve a nessuno, parlare male del Paese di nascita è una vergogna.
Il programma che va in onda ogni mercoledì con la presenza di un rappresentate del CO.AS.IT, organizzazione italiana da 40 anni a fianco degli italiani, con servizi sociali e linguistici, da un po’ di tempo ha aperto uno sportello per i nuovi emigrati: lodevole certamente il lavoro che offrono, su questo non c’è dubbio, il mio disappunto totale e categorico è l’ergersi giudici e presentare una situazione Italiana e australiana ben distante dalla cruda realtà.
L’Australia non offre nessuna opportunità in più rispetto all’Italia, ti regalano il visto di lavoro, il cosiddetto WHV "working Holiday Visa" che ti permette di lavorare, e vale un anno: se vuoi rinnovarlo devi andare a lavorare per un periodo nelle aziende agricole, e dopo di che una volta scaduto nessuno ti garantisce il lavoro per sempre se non hai un visto di lavoro regolare o se non trovi qualcuno che ti sponsorizza.
Cosa fanno i giovani italiani che arrivano? Vanno a lavorare come camerieri, lavapiatti, nelle aziende agricole: chi è più fortunato va nelle miniere, lavori umili e certamente lodevoli per carità, la vita non è certamente così economica, alla fine lavori per sopravvivere. Mi ricorda molto l’Italia…
Questi giovani in Italia questi lavori non li vogliono fare e pure secondo le stime in Italia fatte da ISTAT mancano figure professionali, come panettieri, baristi, infermieri, sarti, cuochi. Nel settore agricolo il 2012 è stato un boom di assunzioni. Ad aumentare sono sia il numero di lavoratori dipendenti (+10,1%) sia quello di lavoratori indipendenti (+2,9%). Il trend positivo dell’agricoltura è importante perché è il risultato di una crescita record del 13,7% al nord ma anche del 3,5% al sud, mentre si registra un leggero calo nel centro Italia (-3,2%).
Il lavoro in Italia se uno ha voglia lo trova, il problema è ben altro, è la questione burocratica, la qualità della vita; ma non crediate che in Australia diventereste milionari, i tempi dell’immigrazione degli anni ’50 sono finiti, quello che i giovani italiani fanno in Australia lo possono fare anche nel loro Paese. Il discorso è diverso, è politico, bisognerebbe cambiare mentalità e non solo nei palazzi romani, ma anche noi Italiani dobbiamo imparare ad essere meno menefreghisti e se oggi la situazione italiana è in queste condizioni, forse sarebbe giusto fare un esame di coscienza tutti.
Un consiglio per coloro che fanno informazione, cerchiamo di essere obiettivi e di non dipingere quadri che non rispecchiano la realtà, siamo onesti nel dire che non tutto quello che luccica è oro.
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