Gli italiani lavorano meno rispetto ai loro colleghi europei: gli occupati a tempo pieno nel nostro Paese – si legge in un rapporto Eurostat appena pubblicato – lavorano 38,8 ore a settimana contro una media nell’Unione europea di 40,4 ore. Hanno la settimana piu’ corta di quella degli italiani solo in Danimarca e Irlanda ma in questi paesi e’ molto piu’ alta la percentuale di persone occupate (in Danimarca addirittura il 73,1% delle persone tra i 15 e i 64 anni a fronte del 56,9% in Italia). In Italia, secondo i dati dell’Istituto di statistica europeo che fanno riferimento al 2011, ci sono quindi meno persone occupate rispetto alla media europea (il 56,9% contro il 64,3%) ma anche chi ha un impiego lavora meno ore. Il dato in Italia risente soprattutto della scarsa partecipazione femminile al mercato del lavoro (il 46,5% a fronte del 58,5% in Europa) ma anche del basso tasso di occupazione dei giovani e degli anziani (quest’ultimo in crescita grazie all’inasprimento delle regole per l’accesso alla pensione). In Germania lavora il 67,7% delle donne tra i 15 e i 64 anni, percentuale che arriva al 70,4% in Danimarca e al 71,8% in Svezia.
I piu’ stakanovisti (in termini di orari) sono gli impiegati inglesi e austriaci (42,2 e 41,8 ore a settimana rispettivamente) mentre gli italiani sono terzultimi dopo Danimarca (37,7 ore) e Irlanda (38,4 ore). In Francia si lavora in media nel complesso 39,5 ore e in Germania 40,7 ore.
L’Eurostat riporta anche i dati sulla Turchia (52,1 ore in media l’orario settimanale) dove le donne che lavorano (appena il 27,8% del totale tra i 15 e i 64 anni) sono impegnate per 48,6 ore a settimana). Il dato italiano sull’orario settimanale risente dell’orario piu’ corto registrato per le donne (36,8 ore a settimana contro le 39,3 della media europea), il piu’ basso dopo l’Irlanda. In Europa le donne piu’ stakanoviste in media sono le svizzere con 41,6 ore settimanali in media (quasi cinque ore in piu’ rispetto alle italiane). In Ue le donne che lavorano piu’ a lungo nella settimana sono le austriache e le bulgare (40,8 ore a settimana). In Italia l’orario di lavoro delle donne (36,8 ore) riflette la settimana a 36 ore per gli impiegati pubblici.
l’Eurostat segnala anche la scarsa occupazione italiana nella fascia tra i 55 e i 64 anni. In questa fascia in Europa in media lavora il 47,4% delle persone con percentuali molto diverse da paese a paese. In Italia lavora nella fascia considerata solo il 37,9% delle persone a fronte del 59,5% in Germania. Il crollo dell’occupazione nella fascia piu’ anziana c’e’ soprattutto tra le donne in Italia (finora nel settore privato le donne sono uscite dal lavoro per vecchiaia a 60 anni, regola questa modificata dalla riforma Fornero) con appena il 28,1% al fronte di una media europea del 40,2%). In Svezia lavora il 68,9% delle donne della fascia considerata anziana ma anche in Germania e’ impegnata oltre una su due (il 53%).
L’Eurostat infine segnala come l’occupazione si stia spostando sempre di piu’ sui servizi mentre l’industria (comprese le costruzioni) e l’agricoltura registrano un vera e propria emorragia. Nel 2011 il 69,8% dei lavoratori complessivi era impiegato nei servizi (era il 62% nel 2000) a fronte del 25,2% impegnato nell’industria e il 5% nell’agricoltura. In Italia l’occupazione nell’industria tiene (28,5%, percentuale superiore al 28,3% della Germania) mentre nei servizi viene impiegato il 67,9% degli occupati. C’e’ comunque una forte differenza tra gli Stati (nell’industria si passa dal 13% degli occupati nel Lussemburgo al 38% della Repubblica ceca).
Nell’industria lavora solo il 22,2% degli occupati francesi e il 19,2% degli inglesi. Nei servizi non di mercato (pubblica amministrazione, educazione, sanita’ ecc) in Italia lavora il 27,7% degli occupati a fronte del 30,4% dell’Unione europea (36,6% in Francia).
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