“Da anni Nicola Occhipinti si distingue ed è apprezzato per il suo sincero, disinteressato e competente lavoro a beneficio della grande collettività degli italiani all’estero. Ho avuto modo di conoscerlo dopo la sua prima esperienza in Sudamerica, nel consolato generale di Buenos Aires, dove affrontò con coraggio e coerenza la grave vicenda dei brogli elettorali oggetto di indagini della magistratura italiana nel 2008. Successivamente lo abbiamo visto all’opera a fronte del Consolato Generale di Porto Alegre, nel Rio Grande do Sul in Brasile. Ancora oggi Occhipinti viene ricordato con affetto, riconoscenza e ammirazione dagli italiani del Brasile, una delle più grandi collettività italiane al mondo, per l’efficienza con la quale è stato in grado di organizzare servizi in grado di fornire risposte in tempi che prima e dopo la sua presenza erano e sono tornati ad essere “biblici”. Non solo: l’empatia e la partecipazione del Console Occhipinti agli eventi, sociali, politici e commerciali organizzati dalla comunità italiana e dalle istituzioni locali hanno contribuito a rafforzare l’immagine del nostro Paese e i suoi vincoli a tutti i livelli con la realtà brasiliana”. Lo dichiara in una nota Fabio Porta, coordinatore Pd Sud America.
“Oggi Nicola Occhipinti è a capo di una delle sedi consolari più disagiate al mondo, in un Paese attraversato da una lunga e profonda crisi umanitaria che ha colpito direttamente la nostra grande collettività.
In questo contesto, appena arrivato a Caracas, Occhipinti ha fatto del miglioramento dei servizi consolari e della riduzione dei lunghi tempi per il riconoscimento delle cittadinanze dei figli e nipoti degli italiani così come per l’erogazione dei passaporti un punto fermo di distinzione ed eccellenza delle attività della nostra sede diplomatica.
Non vanno trascurati due fattori: il dramma venezuelano, rispetto al quale tutti i Paesi occidentali stanno adottando politiche solidali e inclusive per l’accoglienza degli espatriati e le speciali caratteristiche della collettività italiana, ancora prevalentemente di prima o seconda generazione.
Per tutto questo reputo pretestuose o quanto meno dettate da una scarsa o nulla conoscenza della realtà degli italiani in Sudamerica le critiche che sono state indirizzate al nostro diplomatico soltanto perché ha promosso sulle reti sociali una campagna di informazione relativa all’erogazione dei servizi consolari e alla valorizzazione delle nuove generazioni di italiani nati all’estero”.